Coronavirus e Natale hanno causato un'impennata delle spedizioni.
Nonostante gli sforzi, i clienti devono mettere in conto la possibilità che ci siano dei ritardi
ZURIGO - Regali di Natale, consegne di generi alimentari, ordinazioni di vestiti: alla Posta circolano più pacchi che mai. «Attualmente elaboriamo anche più di un milione di pacchi ogni giorno. Si tratta di un record assoluto nella storia della Posta», così Jacqueline Bühlmann, portavoce del gigante giallo a 20 Minuten.
Covid e Natale, mix letale - Per poter far fronte all'enorme mole di lavoro ci si prepara da mesi, afferma Bühlmann. Perché se con l'emergenza coronavirus (imprevista) il volume delle spedizioni è cresciuto sensibilmente, l'arrivo delle Festività (previsto) lo ha fatto impennare. Per questo la Posta ha aumentato temporaneamente le sue capacità: nelle prossime settimane il personale nei vari centri e quello addetto alla consegna verrà aumentato fino al 30%. I dipendenti lavorano pure su turni extra e i sistemi di smistamento si fermano solo per poche ore durante la notte, per la manutenzione.
Cinque giorni per la Posta A - L'elevato volume di pacchi influisce anche sulla puntualità delle consegne. Su Twitter, ad esempio, nelle ultime settimane varie persone si sono lamentate che i loro pacchi sono arrivati con qualche giorno di ritardo. «Tempo di consegna di cinque giorni per un pacco di posta A, sul serio?», ha scritto ad esempio uno di loro. La Posta è consapevole del problema: «Nonostante i nostri migliori sforzi, al momento potrebbero verificarsi ritardi occasionali», afferma Bühlmann.
Si lavora giorno e notte - Bühlmann sottolinea tuttavia che, nonostante l'elevato numero di ordini, attualmente è ancora possibile consegnarne la maggior parte in tempo: «I nostri dipendenti fanno del loro meglio, giorno e notte, per consegnare puntualmente i pacchi ai nostri clienti». Se il limite di capacità dovesse essere raggiunto, ci sono però ancora degli assi nella manica, come afferma un altro portavoce, Stefan Luginbühl: «Dovremmo lavorare anche durante i fine settimana». Lo scenario peggiore sarebbe un centro pacchi costretto a chiudere a causa di troppo personale in quarantena. Anche in questo caso, però, la Posta ha pronta una soluzione d'emergenza, afferma Luginbühl: «Se dovesse capitare, stiamo discutendo con l'Ufficio federale della protezione della popolazione per far intervenire la Protezione civile».