I ciclisti si dicono «preoccupati» per la «rigidità» della misura che le FFS introdurranno dalla prossima primavera.
Per l'Associazione Traffico e Ambiente questa decisione rischia di tarpare le ali alla mobilità dolce: «I viaggi in bicicletta rischiano di spostarsi verso il traffico motorizzato».
BERNA - L'introduzione da parte delle FFS dell'obbligo di prenotazione per poter trasportare la bicicletta sugli Intercity è incomprensibile. Lo scrive in una nota odierna l'Associazione Traffico e Ambiente (ATA) secondo la quale gli amanti della due ruote si dicono preoccupati per la rigidità di tale misura.
Dalla primavera del 2021 sarà obbligatorio prenotare un posto per la propria bicicletta su tutti i collegamenti a lunga percorrenza. Una misura che non soddisfa i ciclisti, sostiene l'ATA.
Da un sondaggio svolto tra oltre 4500 persone, il 63% si è detto contrario al provvedimento, soprattutto perché considerato poco flessibile. Tuttavia, quasi il 30% ha detto di potere convivere con quest'obbligo a condizione che sia temporaneo e che garantisca effettivamente un posto libero per le biciclette.
E ciò non è spesso il caso, sottolinea l'associazione, a causa dell'eccessivo numero di biciclette trasportate sul treno o dell'occupazione degli spazi dedicati da bagagli o passeggini. L'ATA chiede quindi alle FFS di offrire più spazi dove "parcheggiare" le biciclette.
L'ATA crede inoltre che un obbligo di prenotazione generalizzato dovrebbe servire solo quale misura transitoria per risolvere i problemi di capacità che si prevedono per la prossima estate con lo sviluppo del cicloturismo.
La tendenza verso la mobilità "dolce" è sempre più marcata, sottolinea l'ATA. Se la risposta a questa tendenza è insufficiente, i viaggi in bicicletta rischiano di spostarsi verso il traffico motorizzato. L'ATA auspica che FFS, in futuro, ascoltino maggiormente il parere dei ciclisti prima di adottare provvedimenti che li riguardano.