È la proposta di un professore di economia per convincere il maggior numero di persone possibile
Nel frattempo già in questi giorni in Svizzera vengono somministrate le prime dosi. Ed è partita la campagna informativa della Confederazione
BERNA - Le prime 107'000 dosi di vaccino contro il coronavirus sono arrivare ieri in Svizzera. A partire da gennaio ne saranno fornite altre 250'000 al mese. Nel frattempo, già in questi giorni in diversi cantoni parte la campagna di vaccinazione, che il prossimo 4 gennaio scatterà poi in tutto il paese. La priorità sarà data alle persone a rischio. Tutti gli altri dovranno invece verosimilmente aspettare fino alla prossima primavera.
Da parte della Confederazione è intanto iniziata una campagna informativa volta alla sensibilizzazione della popolazione sull'impiego e sulla non pericolosità del vaccino. «Le persone si dovrebbero informare e prendere poi una decisione individuale» ha detto ieri Virginie Masseray, responsabile della Sezione malattie infettive in seno all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Ma per convincere i cittadini a farsi vaccinare, c'è chi propone un incentivo finanziario. Secondo Helmut Dietl, professore di economia all'Università di Zurigo, si potrebbe infatti prevedere una ricompensa di 1'000 franchi per ogni persona che si lascia somministrare il preparato. «In questo modo sarebbe molto più probabile raggiungere il numero necessario di vaccinati per porre fine alla pandemia» afferma. Raggiungendo una percentuale di vaccinati del 90%, la sua proposta - che si basa su un'idea di Robert E. Litan della Brookings Institution - costerebbe circa 5,3 miliardi di franchi.
Insomma, si tratta di un importo importante. Dietl ritiene però che, a differenza di altri provvedimenti, sarebbero soldi ben investiti. Le persone vaccinate potrebbero tornare a una vita normale. E allo stesso tempo avrebbero un maggior potere di acquisto. Con una misura del genere lo Stato potrebbe quindi prendere due piccioni con una fava: «Finisce la pandemia e si stimola l'economia».
Per essere certi di raggiungere un numero sufficiente di persone, il professore suggerisce inoltre di versare la somma in due tranche. La prima, che potrebbe per esempio ammontare a 250 franchi, si riceverebbe subito dopo la vaccinazione. I restanti 750 verrebbero invece pagati nel momento in cui si arriva alla percentuale desiderata di vaccinati. «In questo modo i vaccinati sarebbero motivati a cercare di convincere altre persone» spiega Dietl.
«Ogni giorno si contano i morti» - Il consigliere nazionale vallesano e vicepresidente del PLR Philippe Nantermod non è convinto che l'incentivo finanziario sia il modo giusto di motivare i cittadini. Tuttavia, auspica che tutta la popolazione venga vaccinata nel più breve tempo possibile: «Ricevendo un grosso quantitativo di dosi a partire da gennaio, a mio parere nel giro di uno-tre mesi dovrebbe essere possibile vaccinare un numero sufficiente di persone per ottenere un'immunità di gregge».
Nantermod non comprende, tra l'altro, per quale motivo la campagna di vaccinazione parta appena il prossimo 4 gennaio, quando l'autorizzazione di Swissmedic risale allo scorso sabato. «In Vallese, per esempio, sono disponibili 4'000 dosi. Non capisco perché si aspetta fino a dopo Natale. Ogni giorno c'è gente che muore a causa di questa malattia» afferma.
«Non vanno usati né il bastone né la carota» - Se le persone disposte a farsi vaccinare non fossero sufficienti, nonostante la disponibilità di dosi, allora secondo Nantermod sarebbero da prevedere delle restrizioni per coloro che non vogliono farsi somministrare il preparato: «Bisogna far capire alla gente che senza farsi vaccinare determinate cose non sarà più possibile farle. Per esempio si potrebbe permettere l'accesso ai mezzi pubblici e alle case per anziani soltanto a chi è vaccinato».
La vede diversamente Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni. Secondo lui per convincere un numero sufficiente di persone a farsi vaccinare non ci vogliono, infatti, «né il bastone né la carota». «Al momento la cosa più importante è l'informazione. Le raccomandazioni sono state rese disponibili online appena martedì. Ora le persone hanno bisogno di tempo per affrontare la tematica e chiarire le questioni aperte». Se questo non bastasse, Berger preferirebbe l'introduzione di ricompense piuttosto che di punizioni.