Il Consigliere federale ha ammesso degli errori nella gestione della pandemia: «Siamo stati troppo permissivi»
Il "Ministro" della Sanità ha raccontato anche le difficoltà che ha vissuto, sia fisiche che mentali
BERNA - Tra lo scoprire i limiti fisici del proprio corpo e l'ammettere degli errori di valutazione, Alain Berset ha raccontato in un'intervista ai microfoni della SRF la pandemia vista dagli occhi di un Consigliere federale.
In particolare, Berset ha detto di aver scoperto determinate difficoltà e limiti fisici del suo corpo che mai aveva provato prima.
Ad esempio, ci sono stati momenti durante la prima ondata in cui non sapeva più se fosse giorno o notte, se fosse un giorno feriale o il fine settimana: «non avevo mai provato niente del genere».
Qualche errore è stato fatto - Il "Ministro" della Sanità ha poi anche ammesso degli errori da parte del Consiglio federale.
In estate, dopo la prima ondata, si aveva infatti la sensazione che il peggio fosse passato e c'era «troppo ottimismo», che ha portato all'idea di poter riaprire i grandi eventi in autunno. «Questo è stato uno degli errori più grandi» secondo Berset.
Comunque, in questi casi la cosa più importante è «correggere eventuali errori il più rapidamente possibile»; la cosa peggiore sarebbe non fare nulla e rimanere bloccati, e questo vale sempre quando si affronta una crisi.
La responsabilità individuale - Berset ha in seguito difeso la via svizzera, che ha il suo prezzo e che è basata sulla flessibilità e sul federalismo. Insomma, una strategia che richiede responsabilità individuale, buon senso e lungimiranza da parte di tutti quanti.
Se questo non funziona, bisogna rafforzare le misure, «ed è ciò che abbiamo fatto» ha dichiarato Berset, che si è anche detto impressionato dalla solidarietà dimostrata dalla popolazione in primavera.
La salute è al primo posto - Il Consigliere federale ha poi affermato che la salute delle persone ha la massima priorità. Per questo si sono dovuti accettare provvedimenti complessi e discussi, come la chiusura delle scuole per quasi due mesi: «Questa è stata molto probabilmente la decisione più difficile per noi».
Infine, Berset ritiene che «questo virus non scomparirà così rapidamente», nonostante l'imminente arrivo della campagna di vaccinazioni.