Per la Corte europea dei diritti dell'uomo la dignità di una giovane rom è stata violata.
La donna era stata sanzionata con 500 franchi e poi posta in carcere per cinque giorni per non aver pagato la multa. Ma per la Corte chiedere l'elemosina era l'unico modo che aveva per sopravvivere.
STRASBURGO - La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato oggi la Svizzera per aver violato la dignità di una rumena in condizioni di estrema povertà, multandola e infliggendole 5 giorni di prigione per aver mendicato per le strade di Ginevra.
«La Corte ritiene che la sanzione inflitta alla richiedente non fosse proporzionata all'obiettivo della lotta alla criminalità organizzata, né a quello della tutela dei diritti dei passanti, dei residenti e dei proprietari di commerci», spiega la CEDU, che ha sede a Strasburgo.
La vicenda riguarda una romena analfabeta, nata nel 1992 e appartenente alla comunità rom. Era stata condannata nel gennaio del 2014 a una multa di 500 franchi per aver chiesto l'elemosina sulla pubblica via. La donna, che non aveva lavoro e non percepiva assistenza sociale, era stata successivamente posta in carcere preventivo per cinque giorni per non aver pagato la sanzione.
«In una situazione di manifesta vulnerabilità, la ricorrente aveva il diritto, inerente alla dignità umana, di poter mostrare il suo disagio e cercare di rimediare ai suoi bisogni chiedendo l'elemosina», prosegue la CEDU, secondo cui per lei l'elemosina costituiva l'unica soluzione per sopravvivere.
Secondo la Corte, la Svizzera ha violato l'articolo 8 che tutela il diritto al rispetto della vita privata e familiare, iscritto nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dovrà pagare alla richiedente 922 euro per danni morali.