La presidente della Conferenza svizzera dei direttori dell'educazione mette in guardia sulla chiusura delle scuole.
«Avrebbe conseguenze di vasta portata sulla salute e sulle chance d'istruzione dei bambini e giovani».
BERNA - La presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), la zurighese Silvia Steiner, mette in guardia da un'introduzione precipitosa della didattica a distanza.
«Il passaggio alla didattica a distanza deve essere vista come ultima ratio», ha affermato in un'intervista pubblicata oggi dai giornali del gruppo CH Media. La chiusura delle scuole ha conseguenze di vasta portata sulla salute e sulle chance d'istruzione dei bambini e giovani, ha avvertito in un'altra intervista rilasciata al "Tages-Anzeiger" di oggi. Molte famiglie, ha aggiunto, si ritrovano in difficoltà.
Tutto sommato la Svizzera è attualmente in una situazione abbastanza buona se si guardano gli attuali dati sulla diffusione del coronavirus, ha sostenuto la Steiner. «Le infezioni scendono, il tasso di riproduzione nel canton Zurigo è dello 0,7% circa», ha spiegato nei confronti di "CH Media". Il passaggio alla sola didattica a distanza a livello secondario II a Zurigo è quindi esclusa, ha aggiunto parlando con il "Tages-Anzeiger".
I piani di protezione contro il Covid-19 nelle scuole sono stati sviluppati costantemente anche in passato e si situano a un alto livello, ha sottolineato nell'intervista ai giornali di CH Media. Per problemi locali servono soluzioni locali. «Per questo non avremo mai modelli identici dappertutto. Ciò che conta non è la via, ma il risultato alla fine di un percorso formativo», ha sottolineato la Steiner.
Quali misure aggiuntive la Svizzera potrebbe puntare all'estensione dell'obbligo d'indossare la mascherina nelle scuole e a una migliore distribuzione, o anche una riduzione, dei flussi di alunni. «Se limitiamo il diritto all'istruzione dobbiamo chiederci (...) se l'utilità epidemiologica prevalga davvero», ha messo in guardia la presidente della CDPE.