È quanto emerge da uno studio dell'Università della Svizzera italiana, analizzato anche dalla NZZ am Sonntag
L'economista tedesco: «Se le scelte politiche fossero state giuste, si sarebbe potuta evitare una seconda ondata».
LUGANO - Attualmente ci troviamo in "mini-lockdown". Rispetto alla primavera, molto attività sono aperte. Ma da più fronti si moltiplicano le lamentele per le perdite economiche inevitabili per molti settori, nonostante gli aiuti promessi e incentivati da Berna. C'è però una teoria che va (in parte) controcorrente e dimostra che una chiusura generalizzata permette di salvare molte vite umane e, quindi, comporta anche ingenti benefici economici.
Fino a 35'000 vite salvate - Sono le conclusioni a cui sono giunti due assistenti-dottorandi dell'Istituto di economia politica dell'USI (IdEP) in un'analisi delle conseguenze economiche del lockdown attuato in Svizzera per fronteggiare la prima ondata di contagi nella primavera 2020. Utilizzando un modello epidemiologico che permette di simulare il numero di contagi e decessi che si sarebbero verificati in assenza del lockdown, Nicolò Gatti e Beatrice Retali, sotto la supervisione del Prof. Fabrizio Mazzonna, hanno stimato che in Svizzera sono state salvate circa 30'000 vite umane. Altri 5'000 decessi sono stati evitati limitando il sovraffollamento ospedaliero, specialmente nelle unità di terapia intensiva.
Risparmio economico - Durante un periodo di pandemia, l'imposizione di un confinamento alla popolazione rappresenta una strategia efficace per ridurre i contatti interpersonali e limitare la diffusione del virus. I due dottorandi hanno applicato alla situazione «alcune metodologie di statistica attuariale» e ne hanno dedotto che, in termini finanziari, il lockdown della primavera 2020 ha comportato un beneficio attorno ai 100 miliardi di franchi. «Considerando che il Governo federale ha allora stanziato 70 miliardi di franchi per compensare le perdite dovute all'interruzione delle attività economiche, le nostre stime mostrano come i benefici del lockdown, in termini di vite salvate, siano stati effettivamente superiori».
Dalla pratica alla teoria - Il calcolo si basa - come spiega la NZZ am Sonntag, che ha ripreso lo studio dell'Usi - sul concetto di "value of statistical life", ovvero la stima statistica della vita (la disponibilità marginale a pagare per la riduzione del pericolo di morte per un rischio specifico). L'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) stima (utile per misurare il vantaggio economico di una politica che influisce sulla salute delle persone) un valore medio di 6,7 miliardi di franchi.
La seconda ondata costa molto di più, in tutti i sensi - Studi, ricerche, teorie e cifre che si scontrano con la dura realtà di una pandemia che a breve "compirà" un anno. «Se la politica fosse stata ottimale, non ci sarebbe stata una seconda ondata - afferma l'economista Mathias Trabandt, della Libera Università di Berlino -. Se la pandemia fosse stata contenuta in una sola ondata, i costi sia a livello di vite umane, sia economici sarebbero stati nettamente più bassi. Forse quando il numero di infezioni è calato, tra aprile e maggio 2020, le restrizioni avrebbero dovuto essere ritirate in modo più graduale».
Mini lockdown approvato - Ma a dispetto degli scontri che contrappongono attualmente le scelte politiche alle rivendicazioni economiche (vedi l'ultimo Marco Chiesa vs. Alain Berset), per l'economista tedesco l'attuale "mini lockdown" svizzero è la scelta giusta: «Consente di guadagnare tempo mentre si avanza con la campagna di vaccinazione, che consentirà di ottenere una sorta di immunità tra la popolazione».