Sono le cifre diffuse dall'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
Le ore lavorative sono scese dell'8,8%: l'impatto del Covdid-19 è stato «massiccio» e «molto preoccupante».
GINEVRA - La pandemia di coronavirus è costata nel 2020 più di 250 milioni impieghi a livello mondiale e la disoccupazione è aumentata di 1,1 punti percentuali al 6,5%. Lo ha indicato l'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO).
Le ore lavorative sono scese dell'8,8%: l'impatto del Covdid-19 è stato «massiccio» e «molto preoccupante», ha detto in una conferenza stampa a Ginevra il direttore generale dell'ILO Guy Ryder. Il tasso di occupazione è ora solo al 58% e l'8,3% dei redditi di lavoro - calcolato prima di prendere in considerazione le misure di sostegno - è andato perso. Si parla di 3700 miliardi di dollari (3300 miliardi di franchi), pari al 4,5% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale.
Come già osservato nelle valutazioni precedenti, le donne sono state interessate più degli uomini. La perdita di posti di lavoro ha colpito il 5% della manodopera femminile, contro il 4% di quella maschile. Un'altra indicazione è che i giovani sono stati duramente intaccati: all'8,7%, contro il 3,7% dei lavoratori maturi.
L'ILO teme che i settori industriali e i lavoratori più colpiti dall'epidemia non potranno beneficiare della ripresa, andando ad allargare ulteriormente il fossato fra ricchi e poveri.
Per il momento, secondo l'organismo internazionale, è impossibile dire quando si tornerà agli organici che sussistevano prima della pandemia. Sarebbe piuttosto pericoloso avanzare stime, considerate le incertezze, ha affermato Ryder. L'ILO invita comunque i paesi a perseguire politiche economiche concilianti, attraverso stimoli fiscali, sostegno al reddito, facilitazione degli investimenti nonché assistenza alle industrie e ai lavoratori più colpiti.