La difesa parla di un «errore umano» da parte del Consigliere di Stato ginevrino a processo per un viaggio ad Abu Dhabi
GINEVRA - Il processo contro Pierre Maudet al Tribunale di polizia di Ginevra è proseguito oggi con le arringhe degli avvocati della difesa, che hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito. Il consigliere di Stato è accusato di accettazione di vantaggi in relazione ad un viaggio ad Abu Dhabi e al finanziamento di un sondaggio che sarebbe andato a suo vantaggio.
La legale di Maudet Yaël Hayat ha affermato come il caso non sarebbe neppure stato aperto se il consigliere di Stato non avesse mentito, facendo riferimento alle dichiarazioni iniziali del politico alla stampa, in cui negava la dimensione ufficiale della trasferta. Tali menzogne però non risalgono alla data del viaggio ma al momento in cui i media hanno iniziato a interessarsene. Maudet, noto per la sua «rettitudine e integrità», ha poi scelto di proteggere la sua famiglia. Un errore che non fa altro che renderlo «più umano».
Il difensore Grégoire Mangeat dal canto suo ha dichiarato che Maudet era stato invitato al Gran Premio di Formula 1, un'importante vetrina per gli Emirati, come centinaia di altri vip e in ragione del suo status. Non vi è stato inoltre alcun legame, ha incalzato l'avvocato, tra il viaggio, del valore di 50'000 franchi, e una presunta cooperazione a livello di polizia: gli scambi sul tema per Maudet erano solo un pretesto per ripristinare la fiducia e far tornare gli emiri a Ginevra.
In sostanza, l'ex candidato al Consiglio federale ha sempre e solo cercato di difendere la sua città e il suo cantone, come d'altronde, ha messo in evidenza ancora il legale, ha fatto per 14 anni in diverse vesti. Pur se merita il proscioglimento, Maudet va comunque biasimato, «in quanto in gran parte responsabile della propria caduta».
L'accusa, che ieri ha chiesto per il politico 14 mesi di detenzione sospesi, mette anche in discussione i legami di amicizia tra Maudet e l'uomo d'affari Antoine Daher, accusato di aver concesso un vantaggio. Si tratta però di una «amicizia genuina», «senza intenti malevoli», hanno sottolineato gli avvocati del consigliere di Stato. Ora si attende la sentenza, che sarà pronunciata nel tardo pomeriggio di lunedì.
«Nessuna influenza su Maudet»
Il quarto giorno di processo era iniziato con gli interventi dei legali dell'imprenditore attivo nel settore immobiliare accusato di aver organizzato il viaggio ad Abu Dhabi - finanziato dal principe ereditario Bin Zayed Al Nahyan - svolto nel 2015 da Maudet e famiglia e di aver pagato il sondaggio sulle preoccupazioni dei ginevrini costato 34'000 franchi.
Per gli avvocati, l'imprenditore voleva semplicemente aiutare Ginevra cercando di ottenere un invito ufficiale per Pierre Maudet al Gran Premio di Formula 1. Ha contattato un suo zio ad Abu Dhabi, senza ottenere garanzie. «L'intervento dell'imprenditore era necessario ma non sufficiente per questo viaggio», hanno detto i legali.
Successivamente, inoltre, l'imprenditore non ha mai cercato di contattare o influenzare Maudet, ha sostenuto la difesa chiedendone l'assoluzione. Proscioglimento che ha invocato anche per quel che concerne il finanziamento del sondaggio: mirava unicamente a sostenere l'azione politica del consigliere di Stato, un sostegno paragonabile al finanziamento da parte del gruppo alberghiero Manotel di una serata di compleanno di Maudet nel 2018, ha sottolineato la difesa ricordando come questi ultimi fatti sono stati archiviati dalla procura.