Secondo il terzo rilevamento di 20 minuti e Tamedia, il 59% dei cittadini intende accettare la proposta
Si delinea invece una bocciatura per l'identità elettronica. Mentre l'accordo di libero scambio con l'Indonesia potrebbe passare, ma sono ancora molti gli indecisi
BERNA - È ormai praticamente certo: il prossimo 7 marzo dalle urne scaturirà un “sì” per l'iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso” (Iniziativa anti-burqa). Lo conferma il terzo sondaggio di 20 minuti e Tamedia, a cui hanno preso parte quasi 14'000 persone da tutta la Svizzera. Rispetto al precedente rilevamento, i favorevoli sono leggermente in calo, ma restano comunque al 59%. Il 40% dei cittadini intende invece bocciare la proposta.
La regione con più favorevoli resta la Svizzera italiana, con una percentuale del 68% (nella Svizzera francese sono il 59% e in quella tedesca il 58%). Lo ricordiamo, in Ticino la legge cantonale sulla dissimulazione del volto è realtà dal luglio del 2016, dopo che nel 2013 il 65% dei cittadini aveva approvato la relativa iniziativa.
Per quanto riguarda l'iniziativa anti-burqa in votazione il prossimo 7 marzo, il sostegno proviene soprattutto dai partiti del centro-destra (tra gli elettori dell'UDC si dichiara favorevole il 93% dei votanti). Ma dal sondaggio emerge che comunque a sinistra all'incirca una persona su tre intende accettare la proposta.
Vita difficile per l'identità elettronica - Il prossimo 7 marzo saremo chiamati a esprimerci anche sulla legge federale sui servizi d'identificazione elettronica. Se lo scorso gennaio l'esito del voto era ancora incerto, ora si delinea una bocciatura. Attualmente il 56% degli interpellati intende infatti votare “no”. Una maggioranza di favorevoli si riscontra soltanto tra le fila del PLR (60%), del PPD (57%) e dei Verdi liberali (in questo caso il sostegno è di poco superiore al 50%).
Ma qual è il motivo che fa propendere il voto verso il “no”? I contrari ritengono che l'emissione di strumenti d'identificazione debba restare nelle mani dello Stato, anche nel caso dell'identità elettronica.
Libero scambio con l'Indonesia: forse sarà un “sì” - Non è infine ancora chiaro il destino del terzo oggetto federale in votazione, l'accordo di libero scambio tra gli Stati AELS e l'Indonesia. Dal rilevamento emerge comunque un leggero vantaggio per i favorevoli, che attualmente si attestano al 52%. Restano comunque molti coloro che non hanno ancora deciso come votare (6%).
Dal punto di vista regionale, l'accordo di libero scambio trova sostegno soprattutto nella Svizzera tedesca (56%). In Ticino i favorevoli raggiungono invece il 50%, mentre in Romandia solo il 41%. I dubbi sono dovuti in particolare alla produzione dell'olio di palma, che avverrebbe senza dei meccanismi di controllo efficaci.
Il sondaggio
Sono 13'924 le persone da tutta la Svizzera che dal 18 al 19 febbraio 2021 hanno preso parte al terzo sondaggio 20 minuti/Tamedia sulle votazioni federali del 7 marzo 2021. Queste rilevazioni vengono condotte in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,3%.