Il successo di Michael Lauber è ancora ignoto. I tre candidati non hanno fatto l'unanimità
BERNA - Il successore di Michael Lauber quale Procuratore generale della Confederazione non è ancora stato trovato. A renderlo noto è stata la Commissione giudiziaria dell'Assemblea federale in un incontro con la stampa a Berna.
Il presidente della commissione, il consigliere agli Stati Andrea Caroni (PLR/AR), ha spiegato ai media che i tre candidati non sono riusciti a fare l'unanimità e il successore di Lauber alla guida del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) è quindi ancora ignoto.
«Ci sono state singole simpatie più o meno marcate per uno o per l'altro, ma non si è arrivati a una decisione definitiva», ha detto. «Preferiamo continuare a cercare piuttosto che accontentarci senza essere sicuri della scelta». La persona prescelta avrebbe dovuto essere presentata al giudizio dell'Assemblea federale in marzo, mentre ora il voto decisivo potrà avvenire solo nel corso della Sessione estiva delle Camere federali.
A essere ascoltati dalla commissione per il ruolo di Procuratore generale della Confederazione sono stati Maria-Antonella Bino, Lucienne Fauquex e Félix Reinmann. Bino è membro della direzione generale del gruppo Sygnum Bank nonché giudice supplente del Tribunale penale federale di Bellinzona, mentre Fauquex è procuratrice federale e dirige il servizio giuridico dello stesso MPC. Reinmann è invece segretario generale del Dipartimento dello sviluppo economico del canton Ginevra.
Serve un terzo tentativo - I tre candidati rimasti in lizza erano stati resi noti il 10 febbraio scorso. Già il 25 novembre 2020 la commissione aveva deciso di non presentare al Parlamento alcun nome, poiché i due candidati in lizza non erano stati giudicati idonei. «Speriamo che il terzo tentativo sia quello buono», ha detto Caroni.
Nell'attesa di una scelta, le funzioni di procuratore generale della Confederazione sono ricoperte a interim dai due vice, Ruedi Montanari e Jacques Rayroud. La scelta di un successore a Lauber si è resa necessaria dopo le dimissioni di quest'ultimo, finito nel mirino delle critiche per i suoi incontri segreti col presidente della Federazione internazionale di calcio (FIFA) Gianni Infantino.