Ecco le proposte per aumentare la quota femminile dell'esercito svizzero
Il gruppo di lavoro “Donne nell'esercito” parla anche della creazione di asili nido o di uno sostegno finanziario all'accudimento dei bambini
BERNA - Nell'esercito svizzero le donne sono ancora poche. Si parla attualmente di una quota femminile dello 0,9%. Ecco quindi che la consigliera federale Viola Amherd, ministro della difesa, intende rendere l'esercito più attrattivo. Un rapporto in tal senso è stato elaborato dal gruppo di lavoro “Donne nell'esercito” del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DPPS). Un rapporto che propone diverse misure, tra cui la creazione di un servizio per le donne all'interno dell'esercito: esisteva già, ma nel 2003 era stato abolito.
Vengono inoltre proposte diverse misure nell'ambito della comunicazione, con informazioni sull'esercito pensate appositamente per le donne. E che andrebbero diffuse attraverso un sito internet separato e flyer. Soldatesse e ufficiali donna dovrebbero poi essere protagoniste di reportage, interviste e video in cui raccontano la loro esperienza, la loro professione, ma anche i loro hobby. E in questo modo potrebbero motivare altre donne a prestare servizio, come scrive il gruppo di lavoro.
Un'altra idea: diverse donne potrebbe condividere la loro esperienza nell'esercito con i loro follower su Facebook o Instagram. Così facendo si creerebbe una rete di influencer all'interno dell'esercito.
Una “settimana della sicurezza” nelle scuole - Il gruppo di lavoro ritiene che nelle scuole si debba parlare di più dell'esercito, per esempio proponendo una “settimana della sicurezza”. Va inoltre valutato se i vari aspetti della politica di sicurezza si possano integrare nelle materie scolastiche.
E sempre per avvicinarsi maggiormente ai giovani e soprattutto alle giovani, si propongono attività per il tempo libero, come dei campi di addestramento che permettano di scoprire l'esercito in prima persona. E si parla anche di mantenere uno stand dedicato alle donne nell'esercito nell'ambito delle fiere professionali.
Una mentore nell'esercito - Secondo il rapporto, le donne dovrebbero inoltre sentirsi accolte e accompagnate nell'esercito, dalla giornata informativa sino all'entrata in servizio. Si potrebbe per esempio proporre una giornata di prova. E nell'ambito del reclutamento, a ogni donna potrebbe venire assegnata una mentore che la possa accompagnare durante la scuola reclute.
E al fine di migliore la conciliabilità tra il servizio militare e la formazione, il lavoro o la famiglia, il gruppo di lavoro suggerisce la creazione di asili nido o un sostegno finanziario per l'accudimento all'infanzia. Si parla anche di promuovere il part-time per le cariche professionali in seno all'esercito. I vertici vanno inoltre sensibilizzati su questioni quali la discriminazione, il sessismo, la violenza psicologica e fisica.
Più vicinanza - Per una migliore integrazione delle donne nell'esercito, il gruppo di lavoro propone anche misure strutturali. Attualmente le donne sono spesso ospitate in locali lontani dagli alloggi maschili. Una situazione, questa, che potrebbe rafforzare la sensazione di non appartenere completamente alla truppa. In futuro, ogni ristrutturazione dovrebbe tenere conto del fatto che l'esercito è formato sia da uomini che da donne. E i locali vanno pertanto adeguati anche alle esigenze delle donne.