Con la pandemia l'azienda hanno perso 617 milioni di franchi. Ma un aumento delle tariffe sarebbe «inappropriato»
Nel 2020 l'azienda ha trasportato in media 843'000 passeggeri al giorno, un terzo in meno rispetto all'anno precedente
BERNA - La pandemia lascia il segno anche sul trasporto ferroviario. Per le FFS il 2020 è infatti stato un anno estremamente impegnativo: dopo un inizio positivo, il coronavirus ha inferto un duro colpo all'azienda. La media giornaliera dei viaggiatori trasportati nel corso dell’anno si è attestata a 843'000 unità, oltre un terzo in meno rispetto al 2019 (1,32 milioni di viaggiatori). Il numero di viaggiatori-chilometri è diminuito del 40,6%: del 43,7% nel traffico a lunga percorrenza e del 32,4% nel traffico regionale.
La flessione - lo fanno sapere le FFS - è dovuta soprattutto alle misure disposte dalle autorità per contrastare l’emergenza sanitaria: molti pendolari sono passati al telelavoro, mentre i viaggiatori del tempo libero dalla Svizzera e dall’estero hanno ridotto enormemente gli spostamenti a causa delle limitazioni.
Il crollo nel traffico internazionale - Nel traffico viaggiatori internazionale la domanda ha subito un crollo ancora più evidente, con un calo del 51,2% dei viaggiatori-chilometri dovuto alle restrizioni e alla conseguente riduzione delle offerte.
Il calo dei viaggiatori e la chiusura degli esercizi commerciali hanno contribuito a spopolare le stazioni, in cui il numero complessivo di clienti è diminuito di circa un terzo rispetto al 2019.
Nel 2020 il numero degli abbonamenti metà-prezzo in circolazione è rimasto pressoché invariato, attestandosi complessivamente a 2,72 milioni. Sono invece diminuiti a 439'000 i titolari di un abbonamento generale, il 12,2% in meno rispetto al 2019 (500'000). Molto più della metà dei biglietti è stata acquistata attraverso i canali digitali ffs.ch e Mobile FFS (61,4%; 2019: 52,8%). La tendenza più che positiva iniziata negli anni scorsi si è quindi confermata anche nell’anno della pandemia.
Le conseguenze economiche - Il calo della domanda ha avuto conseguenze finanziarie determinanti: rispetto al 2019 sono diminuiti i ricavi nel traffico viaggiatori (−28,9%), i fatturati di terzi nelle stazioni (−26,8%), i proventi risultanti dalle tracce nell’Infrastruttura (−12,1%) e i trasporti di merci (−2,4% della prestazione del traffico merci). Durante il lockdown le FFS hanno ridotto o sospeso i canoni di locazione e, di comune accordo con il settore dei trasporti pubblici, accordato misure di condiscendenza per i titolari di abbonamenti.
Tutto ciò si riflette sul risultato consolidato di –617 milioni di franchi (2019: +463 milioni). Si tratta della perdita più grave dallo scorporo delle FFS dalla Confederazione in una società anonima di diritto speciale. Nonostante una situazione finanziaria estremamente critica, le FFS intendono mantenere stabili i prezzi e garantire così l’attrattiva dei trasporti pubblici.
L’indebitamento netto soggetto a interessi è aumentato di 1,5 miliardi di franchi. A causa del basso cash flow operativo (EBITDA) e del maggiore indebitamento, il grado di copertura dei debiti si attesta a 21,6, quindi nettamente al di sopra del limite massimo di 6,5 previsto dalla Confederazione.
Nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei risultati, il CEO Vincent Ducrot ha assicurato che la situazione difficile non porterà a un aumento delle tariffe. «La responsabilità dell'andamento dei prezzi non è soltanto delle FFS - ha spiegato - ma faremo in modo di garantire che non vi sia un aumento, che sarebbe assolutamente inappropriato».
Le misure di risparmio - Nella primavera 2020 le FFS hanno reagito ai mancati introiti con misure di risparmio, quali il blocco o la limitazione delle assunzioni nei settori amministrativi, la riduzione dei saldi dell’orario mobile e delle vacanze non godute e il rinvio o la cancellazione di progetti e investimenti. Queste misure hanno permesso di risparmiare centinaia di milioni di franchi, senza tuttavia compromettere l’operatività dell’esercizio ferroviario e la sicurezza.
Per garantire la solvibilità delle FFS, la Confederazione ha aumentato il limite di credito di 550 milioni di franchi. Nel secondo semestre 2020 la Confederazione e il Parlamento hanno inoltre approvato interventi di sostegno a favore dei trasporti pubblici, in modo che le imprese di trasporto potessero arginare le perdite causate dalla pandemia nei settori aventi diritto a indennizzi, ovvero infrastruttura, traffico regionale e traffico merci. Nei settori autofinanziati del traffico a lunga percorrenza e degli immobili, le FFS devono coprire autonomamente i mancati introiti.
Anche nel 2021 le FFS continueranno comunque a concentrarsi sulla qualità per i clienti. «La stabilità dell’orario e una migliore pianificazione dei cantieri restano un aspetto centrale. Le FFS investiranno nell’attività di base, in particolare in nuovo materiale rotabile».