L'infettivologo Andreas Widmer teme che ad aprile non sarà possibile somministrare rapidamente le dosi
Ma i Cantoni assicurano di poter vaccinare più di 100'000 persone al giorno
BERNA - Quando ad aprile arriveranno in Svizzera grosse forniture di vaccino, i Cantoni dovranno essere pronti. Lo dice Andreas Widmer, professore emerito all'ospedale universitario di Basilea e presidente del centro nazionale per la prevenzione delle infezioni Swissnoso. E non nasconde una certa preoccupazione: «Temo che ad aprile riceveremo oltre un milione di dosi in un colpo solo e che i Cantoni non saranno in grado di somministrarle abbastanza velocemente».
Secondo i dati dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), sinora sono state distribuite 1'819'575 dosi (il dato è aggiornato al 28 marzo 2021). «Fino alla fine di marzo, ne sono attese 2,25 milioni» afferma Masha Foursova, portavoce UFSP. Tra aprile e luglio arriveranno poi altre 8,1 milioni di dosi. «Ora è quindi previsto un notevole aumento dei vaccini in Svizzera» conferma Foursova.
Per i Cantoni sarà molto impegnativo trovare sufficiente personale per il prosieguo della campagna di vaccinazione, in particolare attorno ai giorni di Pasqua, afferma ancora Widmer. Anche perché le date di consegna dei vaccini non sono ancora note. Dopo Pasqua ci potrebbe quindi essere un collo di bottiglia per l'operazione.
«Portate il libretto delle vaccinazioni» - L'esperto parla anche del fatto che al momento manca ancora una soluzione uniforme per la certificazione della vaccinazione. «In un cantone si riceve una sorta di scontrino che va convalidato dal proprio medico di famiglia, mentre in un altro si ottiene un documento scritto anche in inglese e con codice QR». Widmer consiglia pertanto di recarsi all'appuntamento per la vaccinazione «con il libretto internazionale di vaccinazione», che al momento sembra essere la migliore alternativa a un passaporto vaccinale.
È comunque necessario che al più presto venga sviluppata una banca dati digitale che permetta alla Confederazione di sapere a chi è stato somministrato il vaccino anti-coronavirus. Ieri l'UFSP ha assicurato che si sta lavorando a una soluzione. «Ma per la creazione di un registro affidabile e sicuro è necessario del tempo: dubito che sarà disponibile entro l'estate» afferma Widmer.
Una situazione, questa, che potrebbe avere delle conseguenze sulle vacanze estive: «Se nel periodo estivo non sarà possibile dimostrare l'avvenuta vaccinazione con un certificato unico, si potrebbero verificare dei problemi sui voli internazionali». Non va infatti escluso, secondo gli esperti, che le compagnie aeree debbano rimandare a casa dei viaggiatori se in possesso di un certificato di vaccinazione cantonale che non viene accettato.
I Cantoni sono pronti - I Cantoni non ci stanno e pertanto non condividono i timori di Widmer: «Secondo l'UFSP, entro giugno dovranno essere effettuate fino a 100'000 vaccinazioni al giorno. Nella settimana dal 22 al 28 marzo sono state somministrate, in media, 26'365 dosi al giorno. Siamo convinti che già oggi i Cantoni abbiano la possibilità di vaccinare di più» dice Tobias Bär, portavoce della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità.
Anche Thomas Steffen, membro del comitato dell'Associazione dei medici cantonali, si dice fiducioso: «I Cantoni sono in grado di prepararsi per un maggiore quantitativo di dosi e accelerare quindi la campagna di vaccinazione». A Basilea, per esempio, gli orari d'apertura dei centri potrebbero venire estesi dalle 8 alle 22, come pure nei weekend. Secondo Steffen non ci sarà quindi nessun collo di bottiglia. «In caso di ritardi, ci dovrebbe essere una maggiore flessibilità nella distribuzione delle dosi».
Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni, si rifà alle considerazioni dell'UFSP, dei produttori di vaccini e dei cantoni: «Assicurano che a partire da aprile, ma soprattutto a maggio e giugno, sono previste forniture importanti di dosi. E che queste saranno somministrate rapidamente. Mi aspetto che funzionerà».