I coronavirus possono essere rilevati anche dalle acque fognarie.
I ricercatori dell'ETH affermano di poter rilevare lo sviluppo della pandemia, attraverso le acque di scarico, più rapidamente rispetto ai test convenzionali.
ZURIGO / LOSANNA - Le acque reflue degli impianti di depurazione contengono molte informazioni. Eawag, l'istituto di ricerca sull'acqua del Politecnico federale di Zurigo (ETH), ha avviato un progetto nel giugno 2020 per rilevare i coronavirus nelle acque fognarie.
Il team di ricerca afferma di poter effettuare «misurazioni quasi in tempo reale» dagli impianti di depurazione delle acque reflue di Zurigo (Werdhölzli) e di Losanna (Step de Vidy). È quindi possibile leggere chiaramente la tendenza delle infezioni, e questo prima che siano disponibili i test convenzionali.
I ricercatori spiegano: «Sebbene il Covid-19 sia una malattia respiratoria, una percentuale significativa di persone espelle il materiale genetico del virus attraverso le feci». Il metodo di analisi sviluppato è «pionieristico per un sistema di allerta precoce», poiché l'andamento di un'infezione può essere letto prima che l'infezione stessa si estenda.
50 campioni corrispondono a 100.000 test - Secondo le indagini sulle acque reflue è prevedibile una terza ondata. Stando ai ricercatori, solo pochi campioni d'acqua offrono già rilevazioni attendibili. Circa 50 campioni di acque reflue dovrebbero corrispondere a oltre 100.000 test PCR.
Dal punto di vista di Eawag, questo nuovo metodo di monitoraggio è molto affidabile. Soprattutto, i campioni di acque reflue sono un supporto, indipendente e importante, ai test convenzionali. Questo perché permette che tutti vengano testati, che lo vogliano o no, visto che ognuno di noi è costretto ad andare al bagno e a lavarsi i denti.
Grazie agli esami delle acque di scarico, i ricercatori hanno anche scoperto che i coronavirus circolavano nel nord Italia già a settembre 2019, quindi molto prima di quanto precedentemente ipotizzato.