Questo comitato intende contrastare la lobby del petrolio.
La legge prevede interventi a diversi livelli, tra cui un aumento del prelievo fiscale sulla benzina e una tassa sui biglietti aerei
BERNA - Oltre 160 parlamentari, assieme a più di 90 organizzazioni della società civile, invitano a sostenere la rivista legge sul CO2, contro la quale è stato lanciato il referendum, in consultazione il 13 di giugno.
Questo comitato intende contrastare la lobby del petrolio contraria alla legge che prevede interventi a diversi livelli, tra cui un aumento del prelievo fiscale sulla benzina e una tassa sui biglietti aerei, affinché la Svizzera possa rispettare i suoi impegni di riduzione di sostanze nocive nell'ambiente, compreso il CO2, responsabile del riscaldamento del pianeta.
Stando a questo comitato, cui partecipano deputati del PS, Verdi e Verdi liberali, del Centro nonché del PLR, v'è la convinzione che l'oggetto in votazione proponga provvedimenti fattibili, ragionevoli e necessari. La Svizzera, a detta del comitato interpartitico, è sulla strada giusta ma deve fare di più per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni di gas serra entro il 2050.
Rivolgendosi ai media, Damian Müller (PLR/LU) ha spiegato che la Legge sul CO2 è il frutto di un duro negoziato, sfociato in un tipico compromesso elvetico, che gode del sostegno sia della destra - tranne l'UDC, n.d.r - sia della sinistra, e "che quindi possiamo sostenere".
Contrariamente a quanto affermano gli avversari, la normativa in consultazione è equa, efficace, sociale e a favore della famiglie, secondo la consigliera nazionale Gabriela Suter (PS/AG). Le famiglie viaggiano meno spesso in aereo e consumano meno energia pro capite rispetto a un single.
Le tasse d'incentivazione non finiranno nelle casse dello Stato, ha spiegato Müller, ma andranno direttamente o indirettamente a beneficio della popolazione e dell'economia. Per esempio, due terzi della tassa del CO2 sui carburanti e più della metà della tassa sui biglietti aerei saranno ridistribuite. E, grazie al fondo per il clima, anche le famiglie e le aziende ne beneficeranno.
La consigliera nazionale Delphine Klopfenstein (Verdi/GE) ha affermato che i benefici della nuova legge dovrebbero essere raccolti immediatamente. Un allontanamento dal petrolio, dal gas e dal carbone ridurrebbe anche la dipendenza della Svizzera dalle importazioni di energie di origine fossile e creerebbe posti di lavoro nelle tecnologie pulite.
L'industria della costruzione, il settore dei servizi per l'edilizia e il settore che si occupa della fornitura di veicoli beneficeranno di incentivi e sostegni mirati, ha aggiunto il presidente dei Verdi liberali, Jürg Grossen (BE). In questo modo verrà agevolato il passaggio alle moderne tecnologie che generano basse emissioni.
La consigliera nazionale Christine Bulliard (Centro/FR) ha sottolineato che la lotta contro il riscaldamento globale riguarda anche le regioni di montagna. Il Fondo per il clima mira ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico in queste aree attraverso misure specifiche. Ad esempio, compensa gli effetti negativi del riscaldamento climatico con programmi di ristrutturazione degli edifici.
La Legge sul CO2 prevede un aumento del prezzo alla pompa di 12 centesimi al litro e una tassa sui biglietti aerei tra 30 e 120 franchi. La tassa sul CO2 prelevata sull'olio combustibile e il gas potrebbe salire dagli attuali 96 franchi per tonnellata a 210 franchi se le emissioni non dovessero calare al ritmo desiderato.
L'aumento del prelievo finirà in un fondo per il clima, che tra l'altro prevede un sostegno finanziario al risanamento degli edifici, di cui approfitterà la popolazione e l'economia.
Al comitato favorevole alla legge hanno aderito le regioni di montagna, l'associazione delle città svizzere, economiesuisse, le grandi banche, nonché il TCS e le organizzazioni ambientaliste. Lo scorso giovedì, oltre 100 ricercatori hanno firmato un appello pubblico a favore della riforma.
Contro la Legge sul CO2 si sono schierati l'UDC, i proprietari di case e le associazioni di commercianti, Gastrosuisse e gli ambienti vicini al settore petrolifero. A loro parere, la legge è inutile e costosa.
La Svizzera, firmando l'Accordo di Parigi, si è impegnata a dimezzare le proprie emissioni serra rispetto al livello del 1990 entro il 2030. Almeno i tre quarti di tale riduzione deve avvenire in Svizzera.