Ci crede Svizzera Turismo, scettico l'esperto: «Ma chi è che sceglie le vacanze basandosi sull'Eurosong?»
ZURIGO - Outsider di lusso dietro agli straquotati Måneskin, il 22enne romando Gjon's Tears è comunque uscito molto bene dalla finale dell'Eurovision Song Contest con un terzo posto di tutto rispetto, e un primo posto per il voto della giuria.
A convincere, soprattutto, la sua sincerità ben simboleggiata dalle sue lacrime (sic) sgorgate per una vittoria sfiorata, ma in cui si è creduto fino all'ultimissimo.
«Ha dato della Svizzera e degli svizzeri un'immagine positiva e alla mano, in cui ci si può identificare», spiega a 20 Minuten Markus Berger di Svizzera Turismo che è convinto che la prestazione del giovane friburghese potrà fare bene al turismo svizzero, «certo non sarà un fattore esplosivo, non assisteremo a un boom di prenotazioni, ma non è escluso che potrà influenzare chi vuole fare una vacanza fra le Alpi ma non sa ancora bene dove andare».
Un risultato positivo, a livello d'immagine, c'era stato anche dopo la performance di Luca Hänni: «Il turismo funziona anche così», conferma Berger che ribadisce come la vera svolta può davvero arrivare con una vittoria: «Chi arriva primo ha l'opportunità di ospitare il Contest l'anno successivo, è una bella occasione per la promozione turistica e per farsi mettere sulle mappe di molti potenziali visitatori. Un esempio su chi ci ha guadagnato tanto? Israele».
È invece scettico riguardo a questa tesi, il professore dell'Università di scienze applicate di Lucerna, Urs Wagenseil: «È difficile che un terzo posto potrà davvero avere un impatto di qualche tipo sul turismo e sull'economia svizzera», spiega, «una manifestazione di questo tipo non cambia la percezione delle nazioni da parte dei viaggiatori, queste si basano su altri fattori: budget, distanza, possibilità di vivere un'esperienza... Se davvero l'Eurovision avesse tutto questo potere sarebbe una cosa un po' ingiusta, pensate a tutte le nazioni che si piazzano male...».