Alcuni analisti hanno notato un aumento dei casi nella fascia d'età tra i dieci e i 49 anni.
Thorsten Kurz: «I ritrovi per gli incontri della Nazionale possono aver dato una spinta alla diffusione del virus». Il medico cantonale di Basilea Città: «Non è l'unico motivo».
BERNA - Le serate di euforia per le vittorie elvetiche a Euro 2020 potrebbero essere state una miccia nella riaccensione della pandemia in Svizzera. L'allarme, già lanciato ieri dal vicepresidente della task force Covid-19 della Confederazione, Urs Karrer, sembra essere confermato dai dati raccolti da alcuni analisti nella fascia d'età tra i dieci e i 49 anni.
Tra caroselli e ritrovi in piazze e bar - senza distanziamenti e raramente con la mascherina - il virus avrebbe infatti vita facile. «Secondo una prima valutazione dei dati dopo le partite con Galles, Italia e Turchia - sottolinea l'analista Thorsten Kurz a 20 Minuten - appare subito chiaro che Euro 2020 ha avuto un ruolo per quanto riguarda i contagi».
Aumento tra i dieci e i 49 anni - Per Kurz l'aumento dei casi (vedi grafico) tra i dieci e i 49 anni non è una coincidenza. Anche perché esso concerne probabilmente il gruppo d'età che molto probabilmente più ha festeggiato le imprese della Nati. «Sembrerebbe proprio che i ritrovi per gli incontri della nazionale a Euro 2020 abbiano dato una spinta alla diffusione del virus». In particolar modo, a preoccupare è la famigerata variante Delta che secondo gli esperti dell'Ufsp dovrebbe diventare predominante in Svizzera entro 4-6 settimane.
«Non è l'unico motivo» - Per Thomas Steffen, medico cantonale di Basilea-Città, i campionati europei di calcio sarebbero però «solo una faccia della medaglia». Anche l'aumento della mobilità, i viaggi e la riapertura di bar e ristoranti avrebbero influito. «Per non vivere un autunno difficile - precisa Steffen - l'obiettivo principale è quello di vaccinare, testare e tracciare i contatti il più possibile». Un motto condiviso anche da Karrer che ieri aveva sottolineato come «ogni persona che si vaccina aiuta il Paese ad andare avanti» evitando il pericolo di nuove restrizioni.
Casi negli stadi - Migliaia di tifosi rossocrociati hanno poi girato l'Europa per seguire le imprese di Xhaka e compagni. «Finora non abbiamo registrato alcun caso legato alla presenza di tifosi elvetici negli stadi dell'Euro», precisa ancora Steffen, che ricorda comunque come sia «ancora troppo presto» per avere un quadro della situazione, soprattutto per quanto riguarda la partita dei quarti di finale a San Pietroburgo. «In considerazione del periodo d'incubazione che può allungarsi fino a 14 giorni lo sapremo entro due settimane».
Diverse infezioni all'Euro - Sono già state segnalate diverse infezioni di massa: quasi 2000 tifosi scozzesi erano stati contagiati a Londra, così come centinaia di finlandesi nel corso di due partite a San Pietroburgo. Secondo l'infettivologo, in Paesi come l'Inghilterra o la Russia sono necessarie misure di protezione molto più consistenti.