Una trentenne è stata beccata mentre cercava di barare durante l’esame teorico di guida
Un esaminatore ha notato che stava usando una microcamera connessa al cellulare. Il Tribunale l’ha condannata a una pena pecuniaria di 40 aliquote giornaliere sospesa
ZURIGO - L’esame teorico per il permesso di condurre, svolto nel febbraio scorso presso l’Ufficio della circolazione stradale di Zurigo, è durato esattamente 18 minuti. Non perché la candidata, una 39enne di origini kosovare, fosse un fenomeno, ma perché alle 14.18 spaccate l’esaminatore ha notato qualcosa di strano. Ha insomma scoperto che il bottone della camicetta della donna altro non era che una microcamera connessa a uno smartphone che teneva nascosto.
Il complice collegato - L’attrezzatura da 007, con la voglia forse di guidare una Aston Martin, comprendeva anche un auricolare ben dissimulato. Tramite la microcamera, aveva illegalmente filmato le domande d’esame sullo schermo. Un complice, collegato telefonicamente, le forniva le risposte in diretta, riferisce la NZZ. Lo scorso giugno, un trentenne cittadino turco, era pure stato beccato con una sofisticata apparecchiatura per frodare l’esame. I fatti, in quel caso, si erano svolti a Winterthur.
La condanna a 40 aliquote - L’imbrogliona di Zurigo è stata condannata dal Ministero Pubblico della città a una pena di 40 aliquote di 30 franchi l’una, sospesa per 2 anni, e ad una multa di 200 franchi. Oltre al conseguimento fraudolento di un documento d’identità o di un permesso, le è stato contestato l’utilizzo dell’apparecchiatura da James Bond. La donna dovrà pure versare 800 franchi per le spese giudiziarie.
Bardata di tutto punto - L’accusata ha sostenuto di aver pagato per l’apparecchiatura 350 franchi a uno sconosciuto in un parcheggio di Zurigo. Lo stesso uomo l’avrebbe guidata nel tentativo di farle ottenere il permesso di condurre per la categoria B. All’esame si è dunque presentata bardata con i seguenti gadget: uno smartphone con microcamera a forma di bottone nascosta nella camicetta, auricolari nelle orecchie, uno smartphone, un trasmettitore Bluetooth modificato e un dispositivo WLAN mobile.Il secondo telefonino serviva alla truffatrice per le comunicazioni vocali. Dettaglio finale: tutto il materiale elettronico, così come la camicetta di colore nero, sono stati sequestrati.