Negli aeroporti elvetici fino al 10% dei viaggiatori viene respinto all'imbarco
Si tratta soprattutto di persone che hanno prenotato voli intercontinentali
ZURIGO - Con la pandemia, viaggiare è diventato complicato: se un tempo era sufficiente acquistare un biglietto aereo e munirsi di passaporto o carta d'identità, ora bisogna anche informarsi sui requisiti sanitari per accedere al paese di destinazione. Requisiti che cambiano, tra l'altro, da un giorno all'altro.
Una situazione, questa, che non manca di causare disagi ai viaggiatori: in aeroporto non manca, infatti, chi viene respinto all'imbarco poiché sprovvisto del necessario test o per via di un certificato Covid scaduto o non in lingua inglese. A livello europeo è quanto accade per esempio, come scrive il Blick, soprattutto per la Gran Bretagna: anche chi è completamente vaccinato deve infatti risultare negativo al Covid.
E così - secondo dati forniti da Swissport, che allo scalo zurighese si occupa dei servizi di terra per l'80% circa dei voli - per i collegamenti aerei a corto raggio, circa il 2% dei passeggeri resta a terra. Per quanto riguarda invece quelli intercontinentali, la percentuale arriva anche al 10%.
In quest'ultimo caso si tratta in particolare di passeggeri in transito: infatti, nel paese di destinazione si tiene conto anche dell'ultima nazione visitata. Quindi se si transita dalla Svizzera, i requisiti d'ingresso si basano su quest'ultima.
Le cifre percentuali riguardano il mese di luglio. Per giugno, invece, Swissport segnala che sono circa 700 i passeggeri che non hanno potuto salire a bordo del loro volo.