Secondo l'Ufficio federale di statistica dall'inizio degli anni 2000 un letto d'ospedale su sei è stato smantellato.
La Svizzera non regge neanche il confronto internazionale: nel 2018 aveva 11,8 letti in terapia intensiva ogni 100mila abitanti, un terzo rispetto a quelli tedeschi.
BERNA - Evitare il sovraccarico del sistema ospedaliero. È questo, come sottolineato ormai da inizio pandemia da Berna, lo scopo principale delle restrizioni a cui dobbiamo sottostare. E mentre la situazione epidemiologica si fa più fragile, Turgovia e Vaud si trovano già con l’acqua alla gola e trasferiscono i primi pazienti in altri cantoni. Ma perché, sorge la domanda, i posti letto esauriscono così facilmente?
Un taglio netto - I dati dell’Ufficio federale di statistica parlano da sé: negli ultimi vent’anni un letto d’ospedale su sei è stato smantellato. Dagli anni ‘80, gli ospedali in Svizzera sono stati continuamente chiusi, e la capacità dei letti ridotta. Secondo l'associazione H+ Gli Ospedali Svizzeri, nel 2018 il nostro Paese contava ancora 3,3 ospedali ogni 100mila e 4,4 letti ogni 1'000 abitanti. Ciò significa una riduzione del 54% per quanto riguarda le strutture sanitarie e del 63% per i letti, rispetto al culmine del 1982.
Il confronto con i vicini - Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il numero di posti in terapia intensiva pro capite nel nostro Paese è inoltre sostanzialmente più basso che nella maggior parte dei Paesi limitrofi. Nel 2018 in Svizzera c’erano infatti 11,8 posti di terapia intensiva ogni 100mila abitanti, contro i 33,9 della Germania, i 28,9 dell’Austria e i 16,3 della Francia. Unica a fare peggio, l’Italia, con solo 8,6 posti letto.
Meno costi, ma anche meno sicurezza - Per Erwin Carigiet, direttore dell’Ospedale di Zurigo Triemli dal 2008 al 2017, questo dato è imputabile al fatto che «la Svizzera ha costi sanitari relativamente alti. Da anni, nel nostro sistema sanitario, i costi vengono ottimizzati sotto molti aspetti». E questo avverrebbe in parte anche a scapito della sicurezza dell’approvvigionamento: «Avere costantemente a disposizione personale e letti sufficienti per far fronte ad eventuali crisi costa un sacco di soldi». Carigiet sottolinea inoltre che «il problema principale nelle cure, e anche nella terapia intensiva, sono le condizioni di lavoro e la carenza di personale ben formato».
Più persone per paziente - Il sistema sanitario svizzero non sarebbe però poi così carente, conclude Carigiet: «Rispetto alla Germania, ad esempio, abbiamo sì meno posti letto, ma più personale per paziente. E questo favorisce la qualità delle cure». Per Carigiet sarebbero però necessari investimenti nella formazione e nelle condizioni di lavoro del personale «ma in considerazione dei costi sanitari già elevati, questa è attualmente una posizione impopolare».