L'ex consigliere di Stato neocastellano è stato prosciolto anche dalla Corte d'appello.
Sulla sua bacheca di Facebook erano comparsi commenti controversi di terze persone riguardo ai Fratelli musulmani. L'avvocato: «Non esiste un obbligo formale di moderare tutti i commenti sotto un post. Non sarebbe realistico».
NEUCHÂTEL - L'ex consigliere di Stato neocastellano ed ex consigliere nazionale Yvan Perrin (UDC) non si è reso colpevole di discriminazione razziale mantenendo commenti controversi di terzi sul suo account Facebook. Pure la Corte d'appello ha assolto il politico democentrista, confermando quanto già stabilito dal Tribunale di polizia di Neuchâtel nel luglio del 2020.
Né in prima istanza, né oggi i giudici hanno seguito il Ministero pubblico, che accusava Perrin di aver propagato un'ideologia volta a denigrare i musulmani. La procura chiedeva una pena di 90 aliquote giornaliere di 30 franchi sospesa per due anni e di prendere a carico le spese del procedimento. Ora non esclude il ricorso al Tribunale federale.
Stando alla Corte, Perrin non aveva il dovere di controllare costantemente il suo account Facebook. Lo ha pertanto assolto con il «beneficio del dubbio», poiché non ha cercato attivamente di mantenere i commenti polemici.
Commenti controversi - Tra il 4 e il 6 aprile 2019, Perrin ha pubblicato commenti sul suo account Facebook, in particolare sul Museo delle Civiltà Islamiche di La Chaux-de-Fonds (NE). Collegava le sue pubblicazioni con i Fratelli Musulmani.
Secondo il procuratore generale neocastellano Pierre Aubert, Perrin ha attaccato i musulmani e non solo l'islamismo. Dal canto suo, l'attuale segretario generale dell'UDC ginevrina (dallo scorso giugno) ribadisce - così come fatto già in prima istanza - che la sua posizione è inequivocabile e di non essere mai stato bloccato da Facebook.
Per il consigliere nazionale Jean-Luc Addor (UDC/VS), avvocato di Perrin, «non esiste un obbligo formale di moderare tutti i commenti su un post di Facebook. Non sarebbe realistico. Quando Perrin ha la possibilità di farlo, cancella i commenti e blocca le persone», ha aggiunto. Una pratica che seguiva già in precedenza, ma «ora sono più sensibile alla moderazione dei commenti», ha aggiunto l'ex consigliere nazionale ed ex consigliere di Stato.
Per l'avvocato, "se si tolgono i commenti fatti da terzi, non è rimasto praticamente nulla contro Yvan Perrin. Non c'è la minima traccia di discriminazione razziale e di comportamento attivo" per propagare questi messaggi problematici, ha detto Addor.