Nessuna proroga per chi non si vaccina: il dieci ottobre scadrà la possibilità di sottoporsi gratuitamente ai tamponi.
Le proposte fatte lo scorso 24 settembre diventano quindi definitive con un'eccezione. I test continueranno a essere gratuiti per i giovani sotto i 16 anni. Intanto il Consiglio federale pianifica «un'offensiva di vaccinazione».
BERNA - Il Consiglio federale non cambia idea e tira dritto sui test gratuiti. Nonostante diversi cantoni - tra cui il Ticino - avessero chiesto una proroga alla gratuità dei tamponi per le persone non vaccinate, il Governo ha deciso di confermare il 10 ottobre come data spartiacque.
Test (ancora) gratis per gli under 16 - Dopo quel giorno (e fino la fine di novembre) solo le persone che avranno già ricevuto la prima dose di vaccino potranno sottoporsi gratuitamente a un test. Per tutti gli altri non vaccinati (senza sintomi) il tampone per il rilascio del certificato Covid-19 sarà a pagamento. La proposta, adottata dal Consiglio federale lo scorso 24 settembre e messa in seguito in consultazione, diventa quindi effettiva. Con una piccola eccezione: i test continueranno infatti a essere gratuiti anche per i giovani sotto i 16 anni. La Confederazione, inoltre, assumerà anche i costi dei test ripetitivi per il rilascio del certificato, realizzati ad esempio nelle imprese o nelle università. Tutti coloro che sono stati immunizzati all'estero con un vaccino omologato dall'Agenzia europea dei medicinali potranno inoltre richiedere il certificato Covid-19 elvetico attraverso una piattaforma elettronica.
«Un'offensiva di vaccinazione» - Ma quello relativo ai tamponi, non è stato il solo argomento uscito dall'odierna conferenza stampa di Berna. Il Consiglio federale sta infatti pianificando una vera e propria «offensiva di vaccinazione» per convincere chi ancora - per un motivo o per l'altro - non si è vaccinato. Questa iniziativa, inviata oggi in consultazione, sarebbe composta da una settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili supplementari, offerte d'informazione personale e buoni di 50 franchi per chi convince qualcun altro a immunizzarsi.
«Troppi pochi vaccinati» - «I contagi stanno calando, ma nei reparti di terapia intensiva la situazione resta tesa», ha sottolineato Alain Berset. Considerate le molte persone non immunizzate e l'alta contagiosità della variante Delta, c'è quindi ancora «un notevole rischio» che con le basse temperature dei mesi a venire sopraggiunga una nuova ondata che potrebbe mettere in crisi gli ospedali. «Bisogna essere prudenti», ha sottolineato il consigliere federale ricordando quel che successe un anno fa a ottobre.
Tra i peggiori d'Europa - Con il 57% di persone completamente vaccinate tra la popolazione residente, la copertura vaccinale della Svizzera è tra le più basse in Europa (il Portogallo è all'85%, la Danimarca al 75%). «Questa quota deve aumentare in maniera significativa. La timida crescita della domanda costatata dopo l'estensione dell'obbligo del certificato sanitario sta già perdendo velocità e non basta», ha sottolineato Berset ricordando come la vaccinazione rimanga «la chiave per uscire dalla crisi». «In media - ha ricordato il Ministro della Sanità - possono essere evitati un'ospedalizzazione ogni 100 inoculazioni e un ricovero in terapia intensiva ogni 250». Per immunizzare la popolazione e proteggerla dai decorsi gravi del Covid-19 è tuttavia necessaria una copertura nettamente più alta di quella odierna. «Bisogna fare ancora uno sforzo», ha incentivato Berset, ricordando come un alto tasso di vaccinati porterebbe benefici immensi anche all'economia. «Potremmo revocare in parte o integralmente i provvedimenti in vigore, a beneficio dei settori particolarmente toccati, quali la ristorazione, l’industria alberghiera, i centri fitness e l’industria dell’intrattenimento».
Copertura vaccinale insufficiente - Ma per far questo - secondo le attuali conoscenze scientifiche - sarebbe necessaria una copertura vaccinale del 90-95% tra gli ultra 65enni (attualmente coloro che si sono fatti inoculare almeno una dose sono l'88,5%). Per la fascia d'età 18-65 anni sarebbe necessaria una copertura dell'80% (oggi siamo fermi al 71%).
«Chi non si vaccina va rispettato» - Proprio per raggiungere queste quote, la Confederazione e i Cantoni intendono offrire un accesso facilitato all'immunizzazione, innalzando così la copertura vaccinale del nostro Paese. «Questa offensiva è destinata soprattutto alle persone indecise che necessitano d'informazioni più approfondite. Chi anche dopo tutto questo dovesse infine decidere di non vaccinarsi va naturalmente rispettato», ha precisato Berset. Tra le misure proposte figura una settimana nazionale di vaccinazione. Sono previsti, tra l'altro, eventi informativi e una infoline.
In mezzo alla gente - L'esecutivo vuole cercare direttamente le persone nelle piazze di paese, sui luoghi di lavoro, sui campi di calcio, davanti alle università, nei centri commerciali o all'entrata delle discoteche. «Oltre ai 50 bus oggi a disposizione, per farlo sono previste altre 170 unità mobili supplementari», ha spiegato Berset.
La ricompensa - Il Consiglio federale ha anche immaginato - come anticipato ieri da alcuni media - un buono di 50 franchi per chi riesce a convincere qualcun altro a farsi vaccinare. Il compenso sarà versato dai Cantoni, che decideranno autonomamente dove potrà essere riscosso. La campagna prevede anche la possibilità di ricorrere a consulenze, che saranno offerte per diverse settimane e potranno avvenire per telefono, sui social media o di persona. In tutta la Svizzera circa 1700 consulenti affiancheranno i professionisti della salute. «Promuoviamo tutti questi provvedimenti - ha ricordato Berset - perché essi possono contribuire a porre fine alla pandemia, che è quello che tutti quanti vogliamo».
Investimento sostenibile - L'offensiva di vaccinazione dovrebbe costare allo Stato non più di 150 milioni di franchi, secondo il Consiglio federale che ritiene l'investimento «sostenibile», in particolare se paragonato ai costi dei test che ammontano a circa cinquanta milioni di franchi alla settimana.
La reazione dei Cantoni: «Ascoltati solo in parte» - La maggioranza dei cantoni approva la decisione del Consiglio federale di far pagare i test Covid dopo il 10 ottobre, ha dichiarato la Conferenza dei direttori della sanità (CDS). Alcuni cantoni volevano però che fosse mantenuta la gratuità per i giovani adulti e gli adolescenti. «Con la decisione odierna, il Consiglio federale ha seguito solo parzialmente queste considerazioni», afferma la CDS in un comunicato. Per i direttori della sanità è chiaro che la vaccinazione è «più sostenibile, più economica e più facile del depistaggio». I tamponi per le persone che presentano sintomi devono comunque continuare a essere a carico della Confederazione.