Da oggi i test Covid sono a pagamento in tutta la Svizzera. La lotta al prezzo più basso avrà conseguenze?
L'infettivologo ticinese Christian Garzoni avverte della possibilità di un aumento dei casi.
BERNA - Che sia per il ristorante, il cinema o la palestra: da oggi se si vuole ottenere un certificato Covid tramite un test, bisogna aprire il portafogli. Finora il governo pagava un massimo di 47 franchi per ogni esame, un affare redditizio per numerose aziende legate ai centri di test. Per questi ultimi tuttavia non tutto fila sempre liscio, come ha dimostrato una serie di ispezioni senza preavviso da parte del Dipartimento della Salute di San Gallo ad inizio di ottobre: circa la metà delle aziende di test Covid esaminate non soddisfaceva i requisiti.
Profitto o qualità - Ma la fine della gratuità dei test non ha fermato i centri che li effettuano, con la lotta al prezzo più basso che ha toccato gli 11 franchi ad esame. Per alcuni specialisti questa guerra di mercato porta con sé alcune conseguenze: «È legittimo che ci sia una corsa al prezzo più basso. Ma non è ammissibile che ciò vada a discapito della qualità» ha dichiarato a 20 Minuten Lorenz Schmid, presidente dell'Associazione dei farmacisti zurighesi.
Spesso i metodi di lavoro del personale lascerebbero a desiderare, stando a Schmid: «La procedura tecnica sta diventando sempre più trascurata. Se lo staff gira solo un po' lo stick avanti e indietro nella zona nasale anteriore, difficilmente si otterranno risultati positivi». In primavera l'obiettivo era ancora quello di evitare la diffusione del virus, ma oggi l'attività si concentra solo sull'ottenimento del certificato, prosegue Schmid.
«Interessa solo fare un sacco di soldi» - Anche Josef Widler, presidente della Zürcher Ärztegesellschaft (AGZ), si oppone al modello di business di vari operatori di centri di test: «Numerose persone sono entrate nel mercato dei test perché è un enorme business e non perché stanno facendo un favore alla società». Il sistema è redditizio solo perché spesso non viene impiegato personale qualificato per eseguire i test, prosegue Widler. «A loro non importa se il test viene eseguito correttamente e porta ad un risultato corretto - la cosa principale è fare un sacco di soldi».
Il presidente dell'Associazione dei medici cantonali (VKS), Rudolf Hauri, è a conoscenza di tali abusi: «Il problema è giunto alla nostra attenzione ed è inaccettabile che ci siano strutture di test puramente commerciali che non lavorano come dovrebbero». Le autorità posso prendere provvedimenti, e di conseguenza chiudere i centri non a norma.
Il profitto «è secondario» - L'operatore bernese Jan Kamarys, che gestisce diversi centri di analisi Medica Care nella capitale e fa pagare 11 franchi per test, si difende dalle accuse: «Un prezzo basso con un'alta qualità è assolutamente possibile». Da un lato, il processo digitale progettato per l'operazione fa risparmiare molto personale. Dall'altra, l'alto volume di test gioca anche un ruolo importante nella determinazione dei prezzi. «Eseguiamo fino a 4'000 test al giorno nelle nostre sedi di Berna, e questo fa la differenza».
E visto che gli affari vanno bene, Medica Care sta progettando di espandersi anche a Zurigo, Basilea, Lucerna e Soletta. «Riceviamo anche richieste dal Vallese o dal Liechtenstein», prosegue Kamarys, aggiungendo che il suo obiettivo è quello di offrire il test ad un prezzo il più equo possibile per permettere a tutti di partecipare alla vita pubblica. Il profitto giocherebbe solo un ruolo secondario: «Se la pandemia finisse domani e non guadagnassimo più nulla con i test, sarei felice».
Senza test gratuiti i casi aumenteranno?
Dopo la fine dei test gratuiti, l'infettivologo ticinese Christian Garzoni avverte della possibilità di un aumento dei casi: «Molte persone che prima si sottoponevano al test per andare sul sicuro, ora probabilmente non lo faranno» ha dichiarato Garzoni. «Più test vengono fatti, meglio la pandemia può essere controllata. Quindi il fatto che i test non sono più gratuiti può avere un impatto negativo sul numero di casi».
Philippe Luchsinger, presidente dei medici di base e dei pediatri svizzeri, è d'accordo: «Nel complesso, ci saranno probabilmente meno test, con la conseguenza che le persone infette ma asintomatiche saranno trovate meno frequentemente».
I test Covid da oggi sono a pagamento in tutta la Svizzera. Fanno eccezione le persone che hanno ricevuto solo la prima dose di vaccino, che potranno sottoporsi ai test gratuitamente fino al 30 novembre (cioè fino a quando avranno ricevuto la seconda dose). Inoltre i test continueranno as essere gratuiti anche per i giovani sotto i 16 anni, e per le persone che per ragioni mediche non possono essere vaccinate (è richiesto un certificato medico). La Confederazione assumerà anche i costi dei test ripetitivi per il rilascio del certificato realizzati ad esempio nelle imprese o nelle università.