La Corte europea dei diritti umani ha deciso: la Svizzera dovrà pagare 46'000 euro all'uomo
Dopo aver scontato la sua pena, l'individuo - che soffre di disturbi psichiatrici - è stato infatti detenuto «irregolarmente» in carcere
STRASBURGO - La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato oggi la Svizzera per aver detenuto «in modo irregolare» un cittadino elvetico macchiatosi di duplice omicidio negli anni 90', ma anche di averlo punito «due volte per gli stessi crimini».
Il 61enne che ha ricorso a Strasburgo, lo ricordiamo, era stato condannato negli anni '90 a 20 anni di prigione per due omicidi particolarmente violenti. Un esperto psichiatrico aveva allora indicato che l'uomo soffriva di un «disordine della personalità» molto «difficile da trattare».
Dopo aver scontato la sua pena, nel 2013 la Corte ha però deciso di detenerlo nuovamente poiché «a grande rischio di commettere altri reati violenti» e anche perché «il trattamento psichiatrico che stava ricevendo» aveva «poche possibilità di successo». È stato quindi detenuto nella stessa prigione dove aveva scontato la sua pena.
Per la CEDU, il suo secondo internamento «non può essere considerato regolare» poiché «non è stato effettuato in un istituto adatto al trattamento di pazienti che soffrono di disturbi mentali». Questa detenzione è stata inoltre decisa «nell'ambito di una procedura di revisione» che non ha fornito «alcun elemento nuovo sulla natura del reato o sull'entità della colpa» del ricorrente, «punito due volte per gli stessi atti», ha proseguito la CEDU, concludendo che vi sono state «diverse violazioni» della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
La Svizzera dovrà ora pagare un totale di 46'000 euro al richiedente: 40'000 euro per il danno morale e 6'000 euro per i costi e le spese.