Gli esperti non sono ottimisti. Le previsioni? «Chi non è vaccinato sarà infettato. Otterremo così l'immunità di gregge»
Ma a che costo? Il rischio è che il sistema sanitario sia nuovamente messo alla prova.
BERNA - Il numero di casi di Coronavirus in Svizzera sta raddoppiando ogni due settimane. Martedì, l'Ufsp ha riferito di 2.986 nuovi positivi mentre oggi ne sono stati comunicati oltre 4 mila. Se la curva dovesse continuare a salire con questo ritmo avremmo quasi 12 mila nuove infezioni al giorno in un mese.
Queste previsioni preoccupano gli esperti della salute come Jan Fehr dell'Università di Zurigo: «Stiamo entrando nella quinta ondata». La domanda ora non è più se arriverà, ma quanto sarà impattante e quanto influirà sui ricoveri e sull'occupazione delle unità di terapia intensiva. «La situazione sta precipitando - ammette Fehr -. È improbabile che supereremo l'inverno senza misure aggiuntive».
Aumenteranno i ricoveri - «Sono seriamente preoccupato - prosegue l'esperto -. Un numero più elevato di casi continuerà a comportare un aumento dei ricoveri, almeno fino a quando non avremo un tasso di vaccinazione più alto». Le cifre non dovrebbero comunque bissare quelle dello scorso autunno, grazie alla protezione immunitaria ottenuta con il vaccino. Bisogna però fare i conti con la variante Delta, da non sottovalutare in quanto più contagiosa. Attualmente, il 66,3% della popolazione totale è stato vaccinato almeno una volta e la cifra non sembra destinata a grandi mutamenti, nonostante la settimana di vaccinazione.
Anche l'ex membro della task force anti-covid, Manfred Kopf, è convinto che il virus riacquisterà vigore tornando a diffondersi durante l'inverno: «L'infezione sarà così diffusa che la stragrande maggioranza di coloro che non sono stati vaccinati sarà infettata e in questo modo otterremo l'immunità di gregge». La domanda chiave è: quanto impatterà sul sistema sanitario?
Kopf presume che l'epidemia in Svizzera sarà simile a quella in Germania: «Lì i numeri stanno salendo alle stelle e superando tutti i record. Lo stesso potrebbe accadere da noi nell'arco di due o tre settimane. E le capacità degli ospedali potrebbero essere nuovamente messe alla prova».
«Non si può escludere un nuovo forte stress» - Secondo Antoine Flahault, epidemiologo dell'Università di Ginevra, la Svizzera non può fare affidamento solo sulla strategia vaccinale: «L'Austria ha una copertura simile e sta registrando ancora una volta un preoccupante aumento dei ricoveri ospedalieri e dei decessi». Se meno del 95% della popolazione con più di 50 anni e delle persone a rischio riceve il vaccino, il pericolo di malattie gravi e di morte in questo gruppo rimarrà molto alto.
Inoltre, secondo Flahault, le persone che sono state vaccinate non sono protette al 100% contro le forme gravi della malattia. «Se l'ondata attuale dovesse esplodere, non si può escludere che il carico sul sistema sanitario sarà lo stesso delle ondate precedenti».
«Con le misure attualmente in vigore possiamo superare l'inverno» - Un po' più fiducioso è Jürg Utzinger, direttore del Swiss Tropical and Public Health Institute: «Sulla base dell'esperienza dello scorso inverno, non sorprende che il numero di casi sia nuovamente aumentato con la stagione fredda. Con il raddoppio dei casi in due settimane, siamo di nuovo in una fase delicata e dobbiamo stare attenti a non sovraccaricare il sistema sanitario. Ora è più importante che mai convincere chi è ancora indeciso a farsi vaccinare e ovviamente bisogna attenersi rigorosamente alle misure igieniche vigenti».
Utzinger non crede che la quinta ondata si rifletterà sugli ospedali così pesantemente come in passato: «I gruppi vulnerabili sono ampiamente protetti e la campagna di vaccinazione di richiamo è iniziata. Sono cautamente ottimista. Se tutti vi aderiranno, potremo superare l'inverno con le misure attualmente in vigore». Qualora fosse ancora necessario intervenire nuovamente, Utzinger suggerisce di partire dai grandi eventi indoor: «Lì, con misure relativamente minime, si possono ottenere grandi benefici».