L'infettivologo Andreas Widmer chiede alla Confederazione di valutare seriamente delle nuove misure anti-Covid
I politici sembrano invece preferire la strada di una vaccinazione di richiamo per tutti al più presto
BERNA - I casi di coronavirus in Europa, ahimè, stanno nuovamente aumentando.
Di conseguenza, i Paesi vicini della Svizzera stanno iniziando a prendere provvedimenti. Tra questi l'Austria, alle prese con l'aumento dei pazienti nelle unità di terapia intensiva. Il Governo di Vienna, oltre ad avere introdotto la regola "2G" (escludere dal Certificato Covid i testati) vuole mettere in atto la tanto discussa opzione di un lockdown per i non vaccinati. La situazione è peggiorata anche in Germania, dove il Ministro della Sanità Jens Spahn sta valutando una sorta di regola "2G-più": anche vaccinati e guariti devono farsi testare prima di entrare ad eventi e manifestazioni.
Secondo l'infettivologo Andreas Widmer, anche la Svizzera deve agire al più presto.
«Non dobbiamo aspettare di essere con l'acqua alla gola»
La Svizzera si sta dirigendo verso 4'000 nuovi casi di coronavirus al giorno. Oltre a ciò, ed è questo che preoccupa, stanno aumentando anche i ricoveri, in particolare poiché - sostengono gli esperti - il tasso di vaccinazione è ancora troppo basso.
Widmer ha quindi chiesto alle autorità di agire: «Non è accettabile che la Svizzera si comporti nuovamente in modo speciale, i Paesi vicini non sono più stupidi di noi», ha dichiarato al quotidiano 20 Minuten. Le cifre dei contagi e dei ricoveri, poi, sono in ritardo di un paio di settimane: «L'epidemia è come una nave, una petroliera: se le mettiamo i freni, farà comunque ancora una trentina di km prima di fermarsi».
Secondo Widmer, se la Svizzera agisce in tre settimane, sarà troppo tardi. «Non dobbiamo aspettare che l'acqua ci arrivi alla gola. Allora sarà troppo tardi per reagire».
Le persone non vaccinate non dovrebbero occupare lo spazio degli altri
Tra le richieste di Widmer, in particolare, la vaccinazione di richiamo per «tutti gli adulti che la desiderano». L'infettivologo ha qui citato l'esempio di Israele, dove il numero di casi è crollato dopo la vaccinazione booster.
Inoltre, per l'esperto sono necessarie «misure forti» per aumentare il tasso di vaccinazione: «Un non vaccinato che finisce in ospedale a causa del Covid non dovrebbe prendere il posto di un altro paziente urgente, e vaccinato».
La politica spinge la terza dose
Anche una parte dei politici vedono la necessità di agire. «Mi piacerebbe vedere l'anticipazione invece dell'osservazione, è da un anno e mezzo che reagiamo sempre troppo tardi» ha detto ad esempio il Consigliere nazionale dei Verdi liberali Martin Bäumle. Inoltre, dovrebbero essere permesse ampie vaccinazioni di richiamo per tutti: «Le vaccinazioni di richiamo dovrebbero essere permesse agli over 65, agli operatori sanitari e a tutti coloro che lo desiderano».
D'altra parte, Bäumle sconsiglia l'introduzione della norma "2G" finché ci sono ancora altre possibilità: «In realtà, "2G" non fornisce molte certezze, ma rappresenterebbe più una pressione massiccia per vaccinare. Potrebbe essere utile in questo clima di tensione? Dubito».
«Giusto aspettare»
Il Consigliere nazionale del PLR Martin Dobler ritiene dal canto suo che la decisione dell'Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) di aspettare con ulteriori misure «sia assolutamente giusta»: «In Svizzera siamo attualmente molto lontano da uno sviluppo come quello della Danimarca, ad esempio, in termini di decorsi gravi della malattia».
Secondo Dobler, una regola 2G come in Austria dev'essere l'ultima misura, in assoluto, di cui discutere: «Nella situazione attuale, non c'è motivo di prendere misure precauzionali».
Anche la Consigliera nazionale dell'UDC, Therese Schläpfer, condivide: «Non dobbiamo copiare tutto dall'estero, la cosa più importante è ora che gli over 70 ricevano la terza dose e che il Consiglio federale cerchi l'approvazione per i nuovi promettenti farmaci per trattare il Covid-19».