Secondo l'Unione sindacale svizzera (USS) non è il momento di prevedere sgravi fiscali per i grandi patrimoni
BERNA - Nell'attuale crisi del coronavirus sono quasi esclusivamente le economie domestiche con redditi bassi e medi a risentire di una perdita del potere d'acquisto. L'Unione sindacale svizzera (USS) si batterà quindi per una serie di referendum e iniziative contro l'impoverimento delle classi medio-basse.
«In questa situazione tesa la popolazione attiva dovrebbe essere sgravata. Tuttavia il Consiglio federale e il Parlamento stanno pianificando un totale di tre miliardi di franchi di sgravi fiscali per grandi patrimoni e alti redditi» ha deplorato l'USS nel corso della sua conferenza stampa annuale tenutasi oggi a Berna.
«Ingenuamente, alcuni pensavano che questa crisi avrebbe reso la nostra società più solidale. Era un'illusione o una menzogna. I potenti sanno sempre trarre profitto da una buona crisi. Il panico collettivo è sempre un vantaggio per loro» ha dichiarato ai media il presidente dell'USS Pierre-Yves Maillard.
Giovani e anziani - Grazie alla riduzione dell'orario di lavoro e altre garanzie salariali si è evitato un disastro e la disoccupazione è in calo da alcuni mesi, ha sostenuto l'organizzazione sindacale. Eppure sono rimaste tracce dolorose, soprattutto per i dipendenti con redditi più bassi nonché i giovani e gli anziani.
Secondo l'USS, la ripresa non è percettibile tra gli ultrasessantenni. Di questi si contano ancora più disoccupati rispetto a prima della crisi. D'altro canto, circa 25'000 persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono meno retribuite rispetto al periodo precedente la pandemia di coronavirus. La ripresa ha generato molti posti a rischio. Ad esempio, il numero di dipendenti temporanei è aumentato di oltre il 10% lo scorso anno.
Proroga del lavoro ridotto - Stando all'USS, l'onere dei premi delle casse malattie è diventato insopportabile per molti. In termini reali, dal 2016 al 2022, i salari sono cresciuti soltanto dello 0,2% all'anno e sono in ritardo rispetto allo sviluppo economico. Sono necessari aumenti salariali generali e una tredicesima mensilità per tutti. A causa della variante Omicron del Covid-19, il Consiglio federale dovrebbe estendere le garanzie salariali e prorogare il lavoro ridotto.
Nella politica in materia di redditi e fiscale occorrono miglioramenti per le economie domestiche con redditi medio-bassi anziché sgravi fiscali per la classe superiore, ha sostenuto l'USS. A suo avviso, i quasi tre miliardi di riduzioni fiscali previsti dovrebbero confluire in riduzioni dei premi delle casse malati.
Necessità di agire in fatto di pensioni - L'USS vede pure la necessità di agire nell'ambito della previdenza per la vecchiaia. Con l'introduzione del modello dei tre pilastri 50 anni or sono venivano erogate rendite AVS che garantivano un'esistenza dignitosa, nonché casse pensioni con chiare garanzie di rendimento e una compensazione dell'inflazione. Le rendite delle casse pensioni dovrebbero consentire il mantenimento dell'attuale tenore di vita.
Ma oggi si è sempre più lontani da questo obiettivo costituzionale. L'AVS, secondo l'USS, non assicura più il sostentamento e le rendite delle casse pensioni continuano a diminuire. I futuri pensionati avranno sempre di meno di cui poter vivere.
«Il 2022 sarà pertanto l'anno della democrazia diretta e della mobilitazione» ha affermato Pierre-Yves Maillard. «Questa è la sola risposta possibile a ciò che sta capitando davanti a noi. Cercheremo, con i cittadini svizzeri, di ridare buon senso al Parlamento e di convincere i partiti di destra a negoziare e a cercare delle soluzioni equilibrate».
Menù sostanzioso - L'USS lancia dunque un referendum contro l'aumento dell'età pensionabile delle donne e combatterà i progetti di portare a 66 anni e più l'età della pensione per tutti. L'organizzazione sindacale sostiene pure il referendum contro l'abolizione della tassa di bollo sull'emissione di capitale proprio, su cui si voterà il 13 di febbraio.
L'organizzazione appoggia inoltre il referendum contro il progetto che mira ad abolire l'imposta preventiva (35%) sugli interessi svizzeri, accettato dal Parlamento durante la sessione invernale. Oltre a ciò, l'Unione sindacale svizzera lancerà un'iniziativa per trasferire una parte dei benefici non distribuiti della Banca nazionale verso l'AVS.
La sinistra e i sindacati si batteranno pure in Parlamento e davanti al popolo in favore dell'iniziativa popolare del PS “Al massimo il 10 per cento del reddito per i premi delle casse malati (Iniziativa per premi meno onerosi)”. Infine, l'USS prepara la sua campagna per una tredicesima AVS e contro la revisione perenne delle rendite.