Il Presidente dell'UDC chiede al Governo di agire immediatamente per evitare «conseguenze devastanti»
In particolare, sarebbe necessario «elaborare soluzioni già entro l'estate, per un approvvigionamento elettrico sicuro»
BERNA - Il presidente dell'Unione democratica di centro (UDC) Marco Chiesa ha messo nuovamente in guardia dalla «catastrofe energetica» che potrebbe colpire presto il nostro Paese. Per il politico, il Consiglio federale deve agire subito per evitare una situazione di penuria con conseguenze devastanti per la Svizzera.
Soprattutto la ministra dell'energia Simonetta Sommaruga (PS) dovrebbe «finalmente fare il proprio lavoro», ha dichiarato oggi Chiesa davanti ai delegati del suo partito riuniti a Reconvilier (BE). «Continuare a rinnegare la realtà e costruire castelli in aria in materia di politica energetica è fatale e irresponsabile».
La Strategia energetica 2050 «sviluppata da ideologi di sinistra» è fallita, ha sostenuto il ticinese: esponenti di punta dell'economia, della Confederazione e della scienza concordano sul fatto che una situazione di penuria energetica rappresenti la maggiore minaccia per la Svizzera e potrebbe essere realtà già fra due o tre anni.
Il Consiglio federale deve nominare al più presto un «generale per la crisi energetica» con il compito di elaborare entro l'estate soluzioni per un approvvigionamento elettrico sicuro, indipendente e a basso costo. Per Chiesa, poi, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 devono essere rinviati, e la Confederazione deve richiamare al dovere i cantoni e le città che con la loro «politica energetica irresponsabile» mettono a rischio un approvvigionamento sicuro.
Concretamente un razionamento dell'energia dovrebbe colpire per primi cantoni quali Zurigo e Basilea Città, che con misure quali il divieto di riscaldamenti a gasolio accrescono ulteriormente il rischio di una situazione di penuria, ha dichiarato Chiesa tra gli applausi dei presenti.
L'UDC aveva già presentato in novembre un «documento di posizione» sulla politica energetica, in base al quale la Svizzera dovrebbe continuare a puntare soprattutto sull'energia idroelettrica e nucleare, «pilastri affidabili» dell'approvvigionamento. La produzione elettrica deve inoltre essere sicura, ecologica, a basso costo e il più indipendente possibile dall'estero. Inoltre deve essere ampliata la produzione durante l'inverno.
Tre no e un sì
I delegati dell'UDC hanno quindi espresso le loro raccomandazioni in vista delle quattro votazioni federali in programma il prossimo 13 febbraio. Con 208 voti contro 2, l'assemblea propone al popolo di respingere l'iniziativa popolare "Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani - Sì ad approcci di ricerca che favoriscano la sicurezza e il progresso".
Con 190 voti contro 11, invita a bocciare anche l'iniziativa "Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco". I due testi sono stati considerati "troppo estremi" dal partito di Marco Chiesa.
Anche la legge federale sul pacchetto di aiuti in favore dei media ha subito la stessa sorte. I delegati l'hanno respinta con 204 voti contro 3, mostrandosi sensibili all'argomento secondo il quale si tratta di un "regalo milionario" nei confronti dei grandi editori svizzerotedeschi.
Contestata tramite un referendum dalla sinistra, la modifica della legge federale sull'abolizione della tassa di bollo è invece stata sostenuta dai delegati UDC con 210 voti contro 1. Per i democentristi si tratta di un "progetto cruciale" per l'economia e gli impieghi. Descritta come favorevole alle PMI e alle start-up, la legge è stata "plebiscitata" con 210 voti a favore contro 1.