Pesano le gravi lacune che la Confederazione presenta in alcuni ambiti.
In testa alla classifica Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda.
BERNA - La Svizzera perde il suo posto sul podio nell'ultima classifica di Transparency International sulla corruzione nel settore pubblico per l'anno 2021: scende infatti dal terzo al settimo posto e perde un punto ottenendone 84 su 100 rispetto agli 85 del 2020.
Martin Hilti, direttore della sezione elvetica dell'organizzazione non governativa (ong), citato in un comunicato odierno, sottolinea che la Svizzera, nonostante continui a ottenere un buon punteggio, è ancora lontana dalla perfezione: non bisogna infatti dimenticare - precisa - le gravi lacune che la Confederazione presenta in ambiti di cui l'indice di percezione della corruzione nel settore pubblico (CPI) di Transparency International non tiene conto come la lotta contro il riciclaggio di denaro, le disposizioni legali sul lobbismo e la protezione degli informatori. Inoltre, secondo Hilti anche il nepotismo è ancora molto diffuso.
In testa alla classifica dei 180 Paesi per i quali è stato calcolato il CPI vi sono Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda che, con 88 punti ciascuna, condividono il primo rango, indica la nota. A occupare le ultime posizioni sono ancora Somalia (13 punti), Siria (13) e Sudan del Sud (11).
A titolo di paragone, il punteggio dei paesi vicini alla Confederazione è di 80 per la Germania, 74 per l'Austria, 71 per la Francia e 56 per l'Italia.
Secondo Transparency, nonostante alcuni progressi, l'indice, stabilito sulla base di valutazioni di esperti appartenenti al mondo della scienza e dell'economia, fornisce un quadro desolante: più della metà dei 180 paesi esaminati non raggiunge 50 punti sul massimo di 100.