L'inflazione galoppa nei supermercati svizzeri. Migros e Coop hanno già fatto i primi ritocchi. E la lista si allunga
BERNA - Dopo la benzina, la bolletta del gas e dell'elettricità, anche il carrello della spesa è diventato un po' più caro. Colpa dell'inflazione, della siccità, del solito Covid. Fatto sta che la grande distribuzione ha deciso di ritoccare al rialzo i prezzi al consumatore finale, a cominciare dai colossi Coop e Migros.
Il caffè è uno dei prodotti che hanno registrato i maggiori rialzi, ha riferito martedì la SRF. Migros ha alzato da 4,9 franchi a 5,40 il costo di una confezione di espresso M-Classic, mentre alla Coop il Lavazza Oro è passato da 8,85 a 9,2 franchi, il caffè Lorenzo in chicchi da 14,95 franchi a 16,50. Anche le confezioni di caffè Starbucks Colombia Medium Roast sono rincarate di circa il 4 per cento.
Ma il conto rischia di essere più lungo. Se anche il cornetto o Gipfel è diventato più "salato" per via dei costi dei pagamenti elettronici (prezzo medio: 1,5 franchi al chiosco) prossimamente alla lista della spesa maggiorata potrebbero aggiungersi acqua minerale, snack salati, cioccolato.
Ogni prodotto ha una storia e una filiera a sé. E non sempre i ritocchi invocati dai fornitori vengono concessi dal distributore. «Sono in corso serrate trattative» ha dichiarato ieri il Ceo di Coop Philipp Wyss durante la conferenza stampa di bilancio dell'esercizio 2021.
La cooperativa per ora ha rialzato, oltre al prezzo del caffè, anche quello della pasta. Altri rincari non sono esclusi, ma il consumatore finale - ha assicurato Wyss - si troverà a pagare di più «solo laddove gli aumenti sono giustificati». Se nel caso della pasta l'aumento «è causato dal rincaro del grano in tutto il mondo» per altri prodotti come snack e bevande a pesare è la carenza delle materie prime utilizzate per gli imballaggi.