Sanzioni più severe contro la Russia saranno messe in atto da subito. Lo annuncia il presidente Ignazio Cassis.
Congelati i beni di persone e società russe inclusi nella lista nera stilata dall'Unione Europea. Spazio aereo chiuso agli aerei in arrivo dalla Federazione.
BERNA - Cambio di rotta. La Svizzera non tentenna più e aderisce a sanzioni più severe contro la Russia, riprendendo integralmente quelle adottate dall'Unione Europea negli ultimi giorni. Lo annuncia oggi pomeriggio il Consiglio federale, al termine di una seduta urgente.
«La Svizzera sta dalla parte dell'Ucraina e del suo popolo», sottolinea Cassis in conferenza stampa, annunciando che i beni di persone e società russe incluse nella blacklist saranno congelati con effetto immediato, tra cui quelli del presidente Putin, del primo ministro Mishustin e del ministro degli Esteri Lavrov. Sono inoltre stati emessi divieti d'ingresso nei confronti di cinque oligarchi vicini a Putin. Per motivi di tutela della privacy, i nominativi degli interessati non saranno resi pubblici, spiega la consigliera federale Karin Keller-Sutter.
La Svizzera ha chiuso il suo spazio aereo a tutti gli aerei in arrivo dalla Russia da oggi alle 15, aggiunge Cassis. Ciò riguarda anche i jet privati di proprietà di cittadini russi. Esistono però delle eccezioni, ad esempio per quanto riguarda i voli umanitari o i rimpatri. «I voli diplomatici possono inoltre continuare ad atterrare anche in Svizzera», ciò significa che le delegazioni russe potrebbero continuare a venire a Ginevra per i negoziati.
«Il dialogo può iniziare solo quando la spirale della violenza è stata spezzata e c'è la volontà di parlare», continua Cassis, per questo motivo le sanzioni mirano a far desistere la leadership russa.
A 77 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, stiamo assistendo a una guerra nel nostro continente, ha detto il presidente della Confederazione: «L'attacco russo all'Ucraina è un attacco alla sovranità, alla libertà, alla democrazia e ai civili. Questo è inaccettabile ai sensi del diritto internazionale, politicamente e moralmente». Per questo motivo, il Consiglio federale ha deciso di adottare integralmente le sanzioni dell'UE.
Secondo il presidente Cassis, le sanzioni imposte oggi non pregiudicherebbero la neutralità della Svizzera, come definita dal diritto internazionale. «Situazioni straordinarie richiedono decisioni straordinarie». Anche la volontà di agire come Paese mediatore e aiutare i negoziati resta, e questa decisione non impedisce alla Svizzera di rivestire questo ruolo, afferma Cassis.
In seguito al colloquio telefonico di sabato con il premier ucraino Zelensky la Svizzera ha inoltre messo il turbo sugli aiuti umanitari e sta consegnando circa 25 tonnellate di beni di prima necessità al confine ucraino-polacco. La Svizzera sosterrà inoltre la Croce rossa e il Fondo di aiuti urgenti istituito dall'ONU, come richiesto dalla tradizione umanitaria confederata.
Questo cambio di marcia è sostenibile per il nostro Paese, spiega dal canto suo il ministro delle finanze Ueli Maurer. «Meno del due percento degli asset russi si trova in Svizzera», sottolinea. E anche le banche nazionali svizzere e russe non manterrebbero alcun rapporto d'affari.
Per quanto riguarda invece i rifugiati, Keller-Sutter rassicura che non avranno bisogno di un visto per entrare nel nostro Paese. Per ottenere un visto di soggiorno di 90 giorni occorre normalmente un passaporto biometrico, ma per il momento l'ingresso sarà libero anche senza. «Vogliamo essere semplici e generosi». L'Esercito svizzero donerà inoltre forniture mediche come attrezzature chirurgiche, defibrillatori, ventilatori e medicazioni per ustioni.