L'opzione è al vaglio del Consiglio federale. Ma la proposta non convince i politici
BERNA - L'esercito svizzero vuole aumentare le quote rosa. Ma si tratta anche di garantire a lungo termine gli effettivi. Ecco allora che il Consiglio federale sottopone a un esame approfondito due varianti alternative dell'obbligo di prestare servizio. Una di queste prevede l'estensione dell'obbligo anche alle cittadine svizzere, come comunicato dalla Confederazione.
E con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, ora i paesi occidentali stanno rafforzando i propri eserciti. Anche nel nostro paese c'è chi chiede un massiccio aumento del budget per la difesa. Un altro aspetto, questo, che è al vaglio del Consiglio federale.
Ma ha davvero senso una corsa agli armamenti? E un'eventuale estensione alle donne dell'obbligo di servizio? Non ne è convinto il consigliere nazionale UDC Thomas Hurter, membro della Commissione della politica di sicurezza, interpellato da 20 Minuten. Il deputato ritiene infatti che l'obbligo per le donne non sia al momento una misura urgente. «Nell'esercito siamo sempre più a corto di effettivi. Ora il problema si vuole risolvere con le donne. Non credo che sia corretto».
Hurter vede positivamente una maggiore inclusione delle donne, ma a lungo termine. E non per colmare una lacuna. «Per colmare le lacune andrebbe resto più difficile l'accesso al servizio civile».
Un aumento del budget «è prematuro» - Il consigliere agli Stati Mathias Zopfi (Verdi), anche lui membro della Commissione della politica di sicurezza, ritiene che in questo momento un rafforzamento dell'esercito non sia la via giusta da seguire. Il politico ammette che la guerra in Ucraina rappresenta un rischio anche per la Svizzera. Ma non al punto da dover fare i conti, in un prossimo futuro, con truppe russe alle nostre frontiere. Per Zopfi le richieste per aumentare il budget dell'esercito sarebbero pertanto premature e infondate.
«Nella notte tra giovedì e venerdì è scoppiato un incendio in una centrale nucleare ucraina: mi sembra ora più urgente interrogarsi su come ci possiamo preparare contro il rischio di un aumento della radioattività o di un incidente nucleare» afferma il consigliere agli Stati. Attualmente sarebbe questo il maggiore pericolo, per tutta l'Europa. «Le centrali nucleari non sono fatte per resistere a una guerra, questo mi preoccupa» afferma Zopfi.
«L'obbligo di servizio è al passo coi tempi?» - E per quanto riguarda l'obbligo di militare per le donne, il consigliere agli Stati ritiene che sia una questione di cui si può discutere. Ma è convinto che siano diversi gli elementi contro una tale ipotesi. Per esempio il fatto che già oggi le donne svolgono la maggior parte dei compiti relativi all'accudimento e che quindi forniscono già un servizio alla società. E non solo: per Zopfi ci si dovrebbe chiedere se un obbligo di servizio sia ancora al passo coi tempi. «Altrimenti si rischia di estendere a tutta la popolazione un modello ormai vecchio».