La Svizzera non ha comunicato l'espulsione di alcun diplomatico russo. Ciò non vuol dire che siano ancora tutti qui
BERNA - «Il Consiglio federale era completamente impreparato». È quanto giudicato dalla Delegazione delle commissioni della gestione. Due aspetti in particolare sulla conduzione della guerra in Ucraina da parte della Svizzera hanno sollevato alcune perplessità: i crimini di guerra e i diplomatici russi.
Negli ultimi due mesi e più, svariati governi hanno annunciato l'espulsione di diplomatici russi. Questo a causa dell'invasione della Federazione russa in Ucraina. In molti casi si è parlato anche di spie del governo russo. Secondo il servizio di intelligence, riporta Blick, circa un terzo dei diplomatici russi in Svizzera sono informatori. Ma allora perché la Confederazione non ha ancora annunciato alcuna espulsione?
Secondo la Delegazione delle commissioni della gestione il Consiglio federale è stato sin dal principio «completamente impreparato». L'organo ha comunicato oggi in un audit in Parlamento le sue impressioni sulla gestione della guerra in Ucraina. Si è parlato di una Svizzera sopraffatta dall'afflusso di profughi, di un'adozione delle sanzioni contro Mosca degenerata nel caos e del fatto che il presidente Ignazio Cassis non abbia mai citato i presunti crimini di guerra in Ucraina.
Di fatto, Cassis è stato accusato di «trattare gli scagnozzi di Putin con i guanti». Ma la realtà dei fatti non è propriamente questa. La Svizzera sta espellendo dei diplomatici, ma restando lontano dai riflettori. Questo al fine di non mettere in pericolo eventuali servizi di intermediazione. Il Dipartimento degli Affari Esteri chiede direttamente all'Ambasciata di far allontanare determinati individui in modo discreto. E questo vale per le espulsioni di diplomatici in generale.