Per i deputati questo è il modo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
La camera del popolo ha stanziato due miliardi di franchi per il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi di franchi per sostenere il settore industriale. La palla ora passa agli Stati
BERNA - La Svizzera deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per riuscirci il Consiglio nazionale, nell'adottare oggi - con 134 voti contro 56 e 4 astenuti - il controprogetto indiretto all'iniziativa "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", ha deciso di stanziare 2 miliardi di franchi per il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi di franchi per sostenere il settore industriale.
A un anno e due giorni dal "no" popolare alla riveduta legge sul CO2, la Camera del popolo ha quindi adottato un nuovo progetto chiamato "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima". L'UDC, già nella prima parte del dibattito tenutasi ieri, aveva denunciato quella che ritiene una procedura anti-democratica. «Vi prego di avere un po' di rispetto per l'elettorato», ha sostenuto Michael Graber (UDC/VS).
«La bocciatura della legge sulla CO2 non ha fatto sparire il problema climatico», ha replicato il relatore commissionale Roger Nordmann (PS/VD). Contrariamente al progetto bocciato alle urne, la nuova proposta non contiene tasse, ma incentivi finanziari a beneficio di popolazione e imprese, ha aggiunto la relatrice di lingua tedesca Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/AG).
Ieri, la Camera del popolo aveva già deciso d'inserire nel controprogetto l'obiettivo delle emissioni nette pari a zero. Ciò significa che entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte il più possibile, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall'atmosfera attraverso le cosiddette "emissioni negative". Contrariamente all'iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.
Riscaldamenti
Più in dettaglio, la cosiddetta prevede che il settore degli edifici (e quello dei trasporti) dovranno raggiungere l'obiettivo di emissioni di CO2 pari a zero entro il 2050. Per farlo è in particolare previsto un programma straordinario che promuova la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibile fossile e degli impianti elettrici, scarsamente efficienti, e fideiussioni per il risanamento energetico degli edifici.
Il relativo impegno finanziario, adottato oggi con 119 voti contro 74, si svilupperà su un periodo di dieci anni per un importo di 200 milioni di franchi l'anno. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha insistito sull'importanza di sostituire i vecchi riscaldamenti a resistenza elettrica: si potrà risparmiare molta energia in inverno, proprio quando ci potrebbe essere un pericolo di penuria di corrente, ha sostenuto.
L'UDC ha invano chiesto la bocciatura dell'emendamento: non serve visto che imprese e cittadini stanno già sostituendo i loro riscaldamenti a nafta con termopompe. Prova ne è che già oggi c'è una penuria di questi prodotti e la mano d'opera qualificata scarseggia.
Settore industriale
Da parte sua, l'industria dovrà ridurre le sue emissioni del 90% entro il 2050. Anche qui è previsto un sostegno federale tramite un programma di promozione delle tecnologie nel settore industriale. L'impegno finanziario è pari a 1,2 miliardi di franchi spalmati su sei anni.
Il governo era contrario a questo credito: "non c'è margine di manovra finanziario", ha sostenuto Sommaruga. L'industria ha un ruolo importante nella svolta energetica, ha replicato Vincenz-Stauffacher convincendo il plenum, che ha detto di "sì" alla spesa con 135 voti contro 54 e 4 astenuti.
Infine, il progetto di legge prevede che i flussi finanziari possano, tramite convenzioni, venir indirizzati verso investimenti rispettosi del clima. La sinistra avrebbe voluto rendere più severa questa disposizione, ma la maggioranza ha bocciato tale eventualità con 123 voti contro 70. Con 138 voti contro 54 è anche stata respinta la richiesta dell'UDC di stralciare questo emendamento.
L'iniziativa - L'iniziativa "per i ghiacciai" - già respinta dal Nazionale in marzo con 99 voti a 89 e 4 astenuti - chiede da parte sua che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Il testo prevede anche che entro tale data andrebbero vietati i combustibili fossili. Eccezioni sarebbero ammesse solo per applicazioni tecnicamente non sostituibili.
L'iniziativa popolare è stata depositata nel novembre 2019 con 113'824 firme valide. La proposta di modifica costituzionale, lanciata dall'Associazione svizzera per la protezione del clima, è sostenuta da organizzazioni ambientaliste, chiese e ricercatori. Questi hanno già detto di essere soddisfatti dal controprogetto. Se resterà così com'è potrebbero anche ritirare l'iniziativa, ha detto Kurt Egger (Verdi/TG).
Controprogetto diretto
Da notare che in marzo il Nazionale aveva approvato il controprogetto diretto proposto dal Consiglio federale. Si era trattato principalmente di uno stratagemma per guadagnare tempo, per non porre subito l'iniziativa in votazione.
Tre mesi fa, infatti, era già chiaro che la soluzione sarebbe arrivata dal controprogetto indiretto, che allora era però ancora in fare di gestazione. Nel frattempo anche il governo ha rinunciato alla sua controproposta a favore di quella elaborata dal Parlamento.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.