I soci di tutte e dieci le cooperative del gruppo hanno opposto un chiaro rifiuto
ZURIGO - Migros non venderà bevande alcoliche nei supermercati nemmeno in futuro: chiamati a esprimersi con un voto generalizzato i soci del gigante del commercio al dettaglio hanno respinto l'idea di revocare il divieto in vigore dal 1928 e presente negli statuti.
Tutte e dieci le cooperative regionali hanno opposto un rifiuto, emerge dai risultati pubblicati stamani dalla società. Migros Ticino, con il 45% di sì alla vendita di alcolici su 22'300 voti validi, e Migros Vallese, con il 40%, sono stati i più propensi al cambiamento. Sul fronte opposto si sono trovati Migros Zurigo e Migros Aare, che hanno votato all'80% a favore del mantenimento dello status quo.
In totale hanno preso parte alla consultazione, durata sino al 4 giugno, 615'700 soci (voti validi), un numero record. «Sono cifre che dimostrano in modo impressionante il grande attaccamento della popolazione a Migros e ai suoi valori democratici», afferma Ursula Nold, presidente dell'amministrazione della Federazione delle cooperative Migros (FCM), citata in un comunicato. «Il risultato non sorprende perché tutti i sondaggi indicavano chiaramente un no. Il quorum richiesto per una modifica statutaria, pari ai due terzi, era molto alto. Ha vinto la democrazia Migros e io sono felice che le socie e i soci abbiano preso una decisione chiara e concorde a livello dell'intera Svizzera».
Da parte sua la presidente dell'assemblea dei delegati della FCM Marianne Meyer rileva che «l'impulso a rimettere radicalmente in discussione il divieto di vendita di alcolici nei negozi è venuto dalla base e non dalla dirigenza». «Ora le nostre socie e i nostri soci hanno preso una decisione inequivocabile: una cosa del genere è possibile solo nella Comunità Migros», aggiunge.
In tutte le regioni ci sarà comunque un evidente cambiamento nell'assortimento di filiali, ristoranti e take away: dal 2023 vi verrà infatti offerta la birra analcolica Migros con il marchio "NON", un prodotto che secondo l'azienda è «un simbolo visibile della democrazia Migros».
In realtà ormai da anni Migros non pratica l'astinenza, perché società controllate come Migrolino o Denner hanno alcol sugli scaffali. Per gli amanti della storia economica va anche ricordato che il fondatore dell'azienda Gottlieb Duttweiler non era di per sé contrario a vendere alcol: vi rinunciò fra l'altro per non inimicarsi le donne di casa, sue alleate contro gli allora poteri forti.
All'inizio della storia di Migros il famoso imprenditore fu infatti a un passo dall'entrare nel business del vino, potendolo proporre a un prezzo molto basso, di 58 centesimi al litro. Duttweiler non voleva rischiare, se non altro perché si sarebbe poi inimicato le casalinghe, che soffrivano del fatto che molti uomini spendevano il loro salario all'osteria. Le donne erano le più importanti - e quasi le uniche - alleate di Duttweiler, in un momento in cui le potenti imprese concorrenti e le autorità lo perseguitavano a causa della sua aggressiva strategia dei prezzi e dei suoi metodi di marketing non convenzionali.
Nel frattempo molto è cambiato. Oggi Migros è un colosso. E oltre che sulla questione degli alcolici, come ogni anno le socie e i soci hanno votato nelle scorse settimane anche sul bilancio annuale e sull'impiego dell'utile di bilancio della propria cooperativa. Inoltre, si sono espressi su una modifica degli statuti per l'esercizio digitale dei diritti di socio e quindi sulla futura possibilità di votare online.