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SVIZZERA«Sui binari svizzeri, salari svizzeri»

19.07.22 - 20:45
I sindacati SEV e VIDA esigono rimunerazioni "elvetiche" per tutti i macchinisti, indipendentemente dal datore di lavoro
SEV
Ai macchinisti delle ÖBB è stata simbolicamente consegnata la differenza per ora di salario.
Ai macchinisti delle ÖBB è stata simbolicamente consegnata la differenza per ora di salario.
«Sui binari svizzeri, salari svizzeri»
I sindacati SEV e VIDA esigono rimunerazioni "elvetiche" per tutti i macchinisti, indipendentemente dal datore di lavoro
Un macchinista svizzero prende infatti praticamente il doppio di uno austriaco per affrontare la stessa tratta.

SAN GALLO - «Binari svizzeri, salari svizzeri». Con questo slogan - oggi a San Gallo - i sindacati SEV (svizzero) e VIDA (austriaco) hanno voluto richiamare l’attenzione sulla differenza salariale che esiste tra un macchinista austriaco (17 euro netti all'ora) e uno svizzero (34,40 franchi). «Non vogliamo dumping sulle rotaie svizzere», hanno urlato all'unisono i sindacalisti dei due Paesi, che esigono «rimunerazioni secondo standard svizzeri» per tutti i macchinisti e le macchiniste attivi sul territorio elvetico, indipendentemente dal datore di lavoro.

«Se un macchinista effettua interamente o parzialmente un turno in Svizzera, il suo salario non deve essere inferiore al salario di base erogato nella Confederazione per la stessa professione», spiega la vicepresidente del SEV, Valérie Solano. «Questo principio deve essere applicato per evitare il dumping. Non ci interessa come viene rifuso il tempo trascorso sul suolo svizzero, se con un bonus o un’indennità, purché la compensazione sia reale e verificabile».

«Le ÖBB fanno orecchie da mercante»
Sulla stessa lunghezza d'onda (o per rimanere in tema sullo stesso binario) vi è anche Reinhard Stemmer, presidente VIDA per il Vorarlberg. «Le ÖBB - attacca - si trincerano nel silenzio. Non hanno fornito informazioni nemmeno dietro richiesta del comitato aziendale centrale. Chiediamo alle ÖBB di avviare una trattativa, altrimenti ci vedremo costretti a mobilitare i macchinisti». 

Una mobilitazione che è sostenuta da entrambi i lati del confine. «Il dumping è una pratica che ci riguarda tutti», evidenzia Hanny Weissmüller, presidente del personale di locomotiva (SEV-LPV). «Il sistema ferroviario svizzero è considerato esemplare in Europa. Non dobbiamo permettere che si deteriori».

Una tesi, questa, sostenuta anche da Marcel Maurer, segretario centrale LPV e vicepresidente della sezione BLS della LPV. «È importante riuscire a negoziare buone condizioni d’impiego. In fondo, ne va della sicurezza dei viaggiatori che trasportiamo e della nostra stessa sicurezza. Anche se lavoriamo per imprese diverse, la solidarietà è fuori discussione. Vogliamo che i responsabili siano consapevoli che è inutile cercare di metterci gli uni contro gli altri».

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COMMENTI
 

BobLutz 2 anni fa su tio
Nel contesto si parla di aziende che operano col monopolio statale pagate dai cittadini contribuenti, cioé traffico del servizio pubblico

Sara788 2 anni fa su tio
mi sembra un po' una cavolata! lo stesso allora dovrebbe accadere per i camionisti di tir o Bus che nel periodo di tempo che viaggiano su suolo CH sarebbero soggetti al salario Svizzero..

BobLutz 2 anni fa su tio
In Ticino hanno creato una società dedicata al basso salario dei macchinisti, oltretutto interoperabili con patente per la Svizzera e l'Italia, si chiama Tilo SA. Azionisti 50% FFS e 50% trenord
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