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SVIZZERAOh Svizzera, ma come ti vede chi stai ospitando?

01.08.22 - 19:00
Sei ucraini raccontano la loro opinione sulla Svizzera, tra conferme, sorprese e curiosità
TiPress
Corsi di italiano per rifugiati ucraini, a Lugano.
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Oh Svizzera, ma come ti vede chi stai ospitando?
Sei ucraini raccontano la loro opinione sulla Svizzera, tra conferme, sorprese e curiosità
Ad esempio, viene sottolineata la cordialità e bontà quasi ingenua dei cittadini elvetici, come la loro calma. Sotto tiro invece la lunga e lenta burocrazia.

BERNA - Pluralità, determinazione, neutralità. Politici elvetici a tutti i livelli, e non solo, si sono espressi oggi in occasione della Festa nazionale per parlare della Svizzera, dei suoi punti di forza e dei suoi problemi. 

Ma perché non provare a sentire cosa ne pensano del nostro Paese coloro che stiamo ospitando, e che sono dovuti fuggire dal loro? Per avere un'altra prospettiva, la Sonntagszeitung ha interpellato sei rifugiati ucraini, per farsi raccontare come stanno vivendo in Svizzera.

Alla domanda su cosa sanno del nostro Paese, le risposte sono simili. La 25enne Karolina Vozniuk, ad esempio, cita il formaggio, il cioccolato e la bellezza naturale dei paesaggi, ma anche la sicurezza. L’insegnante di tedesco Olena Andreyeva: «Un Paese bello, ma costoso». Il banchiere 55enne di Odessa Oleksii Voloshko: «Un Paese piccolo e sicuro con regole severe e paesaggi meravigliosi».

Ma cosa piace di meno?
Secondo Vozniuk «la burocrazia è parecchio rigida. In Ucraina tutto è digitalizzato, tutto avviene rapidamente, pensavo fosse lo stesso in Europa occidentale». La 41enne psicologa di Boryspil Tetiana Lidzar è d'accordo: «C'è un settore che ritengo più avanzato in Ucraina: la digitalizzazione. Ciò consente di risparmiare molto tempo e altre risorse. Inoltre, elimina l'eccessiva burocrazia».

Per Andreyeva, invece, è più una questione di abitudine... alimentare: «Qui è tutto così organico ed ecologico. Mangiano pochissima carne. Soprattutto, mangiano a orari diversi dai nostri. in Ucraina la colazione è il pasto più importante e produttivo della giornata, in Svizzera la cena è molto più importante. Devo ancora abituarmi».

Per la project manager 27enne Anastasiia Yuschenko, è un problema «la difficoltà di lavorare per le donne con bambini piccoli. In Ucraina gli asili sono aperti tutto il giorno. In Svizzera, spesso sono aperti solo per metà giornata. Una donna che non ha nessuno a cui lasciare i propri figli non ha la possibilità di lavorare».

Qualcosa che li ha sorpresi?
«Non riesco ad abituarmi al fatto che i negozi siano chiusi la domenica», dice Lidzar. «In Ucraina i centri commerciali sono aperti sette giorni su sette fino alle 22.00, molti supermercati addirittura fino a mezzanotte. Ma trovo meraviglioso che gli svizzeri dedichino il giorno libero interamente alla famiglia».

Per Voloshko, è interessante «come siano arredati in modo ascetico gli appartamenti: pareti bianche ovunque! Nessun mobile costoso. Anche se gli svizzeri avrebbero più soldi a disposizione. Ho amici in Svizzera che hanno molti soldi e auto costose. Ma i loro appartamenti sembrano...vuoti».

Cosa hanno notato degli svizzeri?
«Che sono sempre puntuali», afferma Vozniuk. Kleiner e Yuschenko, invece, citano la cordialità: «Tutti coloro che ho incontrato finora sono stati cordiali e incredibilmente disponibili, la gente è di buona natura e ha un cuore aperto». Per Andreyeva, invece, «sono amichevoli e credono sempre nel bene, anche con una certa ingenuità».

«Mi piace anche che le persone pensino in modo ecologico e si prendano cura della natura, e che si rispetti la privacy delle persone e si possa condurre una vita tranquilla», aggiunge Kleiner.

Viene anche segnalato come «le persone si muovano molto lentamente». «Qui è tutto molto più calmo», conferma Andreyeva. «La vita in Ucraina è molto frenetica», ribadisce anche Yuschenko. «Ho notato che gli svizzeri hanno un'incredibile capacità di combinare armoniosamente lavoro e vita privata», fa loro eco Lidzar.

Il sentimento comune, comunque, è lo stesso: «Grazie mille per la vostra ospitalità».

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