Durante il suo discorso in occasione della Festa federale di lotta, il Presidente ha parlato di minoranze e diversità
«Questo evento è una prova sportiva di quanto le minoranze in Svizzera possano arrivare lontano»
PRATTELN - «Questi sport non sono olimpici, non esistono Champions League, non ci sono miliardi di euro in gioco e l'attrezzatura non dev'essere ammodernata: è la stessa da 10 anni. Eppure, questo evento è popolarissimo e capace di attirare fino a 400'000 visitatori».
Lo ha detto il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis nel suo discorso in occasione della Festa federale di lotta svizzera e giochi alpestri, evento che sta avendo luogo questo fine settimana a Pratteln. La competizione, oltre alla lotta svizzera, comprende ad esempio anche il lancio della pietra di Unspunnen.
In particolare, sfruttando la metafora dello sport, Cassis ha sottolineato l'importanza della modestia e il contributo delle minoranze, nel suo complesso: «Come peso leggero e come ticinese, cioè come rappresentante di una minoranza multipla nello sport della lotta, considero questo evento come una prova sportiva di quanto le minoranze in Svizzera possano arrivare lontano. Una minoranza di lottatori ha dimostrato alla maggioranza degli altri appassionati che la diversità sportiva e culturale è un arricchimento, che tradizione e innovazione non si escludono a vicenda».
D'altronde, ha poi spiegato Cassis, «tutti noi apparteniamo in qualche modo a una minoranza. Che si venga dalla città o dalla campagna, dal nord o dal sud, dall'est o dall'ovest, dalla valle o dalle montagne, dal centro o dalla periferia». In tal senso, quella del Consigliere federale è una lode alla diversità: «Da ciascuna delle nostre regioni linguistiche, da ciascuno dei nostri cantoni, da ciascuna delle nostre comunità, portiamo tutti la nostra esperienza, le nostre capacità, le nostre conoscenze, la nostra motivazione e la nostra volontà di progredire insieme. Ognuno a modo suo, ma tutti insieme! La diversità non è un fattore di divisione, anzi, ci rende più forti».
In Ticino, lo sport della lotta libera non è ancora così conosciuto come nella Svizzera tedesca e francese. «Dobbiamo recuperare un po' di tempo!», ha affermato Cassis, aggiungendo di essere lieto «che tra tre settimane si terrà a Cadenazzo la prima edizione del Festival cantonale ticinese di lotta svizzera. Cara famiglia di lottatori, il Ticino è impaziente di vedervi!».