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SVIZZERABenzina, il calcolatore dei prezzi non sfonda

08.09.22 - 10:38
Proposta da Marco Romano e Primin Bischof, la misura non è prioritaria per il Consiglio federale
tipress
Fonte ATS
Benzina, il calcolatore dei prezzi non sfonda
Proposta da Marco Romano e Primin Bischof, la misura non è prioritaria per il Consiglio federale

BERNA - L'inflazione in Svizzera rimane ancora sotto controllo: per questo un calcolatore dei prezzi per monitorare il costo dei carburanti non è una priorità. È, in sintesi, quanto risponde il Consiglio federale a due mozioni di Pirmin Bischof e Marco Romano, dell'Alleanza del Centro, raccomandando alle Camere di respingerle.

Sia il "senatore" solettese sia il consigliere nazionale ticinese, chiedono al governo di istituire le basi per introdurre un calcolatore online, gratuito, dei prezzi dei carburanti, del gas e dell'elettricità per i veicoli in Svizzera, sul modello del calcolatore austriaco (www.spritpreisrechner.at) creato nel 2011.

Lo scopo? Spingere al ribasso il costo dell'energia facendo in modo che i consumatori possano scegliere tra i vari offerenti grazie alla comparazione dei prezzi. Stando a Romano, il calcolatore dei prezzi dei carburanti crea trasparenza sul mercato. Nel primo anno dopo la sua introduzione in Austria, i prezzi della benzina nel paese sono scesi di oltre il 20%.

Nella sua argomentazione, simile a quella sviluppata dal collega di partito Romano, Bischof sottolinea come i prezzi dei carburanti nelle stazioni di servizio svizzere siano aumentati notevolmente negli ultimi mesi. A detta del consigliere gli Stati, le cause sono riconducibili solo in parte alla situazione internazionale: per Stefan Meierhans, sorvegliante dei prezzi, un fattore importante è la mancanza di trasparenza delle tariffe di benzina e diesel nella Confederazione, che consente alle compagnie petrolifere di praticare prezzi talvolta di gran lunga superiori a quelli di mercato, a scapito dei consumatori.

Nella sua risposta, il Consiglio federale non nega che i prezzi dell'energia siano saliti notevolmente a livello internazionale provocando un aumento generalizzato dell'inflazione, che in Svizzera rimane però ancora moderata. Nel luglio scorso era del 3,4 %, circa 5 punti percentuali al di sotto del valore registrato nella zona euro. Vari istituti, a detta dell'esecutivo, prevedono per l'intero 2022 un tasso del 2,5%, mentre nel 2023 l'inflazione dovrebbe tornare a una media annua dell'1,4%. Inoltre, la ripresa economica dopo la crisi del coronavirus, dovrebbe proseguire, anche se a un ritmo più lento di quello previsto prima della guerra in Ucraina.

Per tutte queste ragioni, sulla base delle conclusioni di un gruppo di lavoro interdipartimentale, l'esecutivo per il momento non crede necessario adottare misure urgenti.

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