La piccola, che aveva appena due mesi, ha rischiato «danni cerebrali» per la mancanza d'ossigeno
LUCERNA - Oltre ad averla percossa in altre occasioni, nel luglio del 2018 un 29enne residente nel canton Lucerna ha chiuso la figlia di due mesi in un cassetto, tenendola lì per 5-10 minuti e «lasciando al caso la possibilità che soffrisse di una grave carenza di ossigeno» che «avrebbe potuto provocarle danni cerebrali».
Per questo il Tribunale penale di Lucerna ha oggi condannato l'uomo a quattro anni e tre mesi di carcere, giudicandolo colpevole, tra le altre cose, di tentate lesioni personali gravi e di violazione del dovere di assistenza ed educazione.
Come riporta 20 Minuten, dopo l'incidente la madre si è recata con la figlia in un istituto protetto. Nonostante gli episodi avvenuti in passato, però, dopo un breve periodo di tempo la donna ha ripreso la relazione con il padre della figlia. Nell'agosto dello stesso anno si è quindi verificato un altro incidente: l'uomo ha nuovamente messo la figlia in un cassetto (questa volta, per un minuto).
Nell'ottobre 2018 l'uomo, in stato di ebbrezza, ha invece morso la figlia - che all'epoca aveva circa cinque mesi - colpendola più volte. Inoltre, secondo la sentenza del tribunale, l'uomo le avrebbe «chiuso la bocca e il naso con una mano, premendole le guance e scuotendola più volte».
La figlia ha riportato diverse contusioni, e a causa della violenza, c'era il rischio di «lesioni cerebrali gravi e pericolose per la vita», si legge sulla sentenza. Inoltre, quando la madre ha cercato di intervenire, lui l'ha colpita due volte alla testa. Dopo questo episodio, la donna ha sporto denuncia alla polizia.
Oltre alla pena detentiva incondizionata di quattro anni e tre mesi, l'uomo dovrà risarcire la figlia per 3'000 franchi e pagare le spese processuali.
Anche la madre è stata condannata
Il tribunale ha ritenuto anche la madre della giovane colpevole di violazione per negligenza del dovere di assistenza e di educazione.
Questo perché era presente agli incidenti citati e ha fatto «troppo poco» per proteggere la figlia dagli abusi. La madre è stata condannata a pagare una multa con la condizionale e un risarcimento alla figlia.
Le due sentenze non sono ancora definitive. In entrambi i casi è stato presentato un appello.