Secondo la CNPT le persone colpite da questa misura dovrebbero stare in strutture ad hoc e non nei normali penitenziari.
In totale sono un centinaio. Il loro identikit? «Maschi, età media di 57 anni e la maggior parte di nazionalità svizzera».
BERNA - In genere, le persone colpite da un internamento, ossia che probabilmente invecchieranno e moriranno in una struttura chiusa, godono di un trattamento umano da parte del personale.
Tuttavia, secondo la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT), queste persone dovrebbero essere custodite in strutture ad hoc e non in normali penitenziari, dove non sempre è possibile garantire i diritti umani.
In genere, le persone internate - un centinaio stando al rapporto in francese e tedesco - sono di sesso maschile e hanno un età media di 57 anni. La maggior parte sconta l'internamento in un penitenziario, anche se vi sono diversi soggetti rinchiusi in istituti psichiatrici. Il 70% è di nazionalità svizzera. La CNPT ha studiato 75 dossier individuali e si è intrattenuta con 41 persone.
Le persone in questione, ricorda una nota della CNPT, hanno già scontato la loro condanna al momento dell'internamento, che non ha dunque lo scopo di punirle. Le autorità, secondo la CNPT, devono quindi tenerne conto, così come della lunga permanenza in un istituto e delle conseguenti esigenze delle persone d'età avanzata.
Benché il lavoro dei collaboratori dell'esecuzione della giustizia con le persone internate sia giudicato positivamente, come anche gli sforzi profusi da singoli istituti per rendere l'internamento meno severo dell'esecuzione delle pene, la CNPT giunge però alla conclusione che, per attuare gli standard dettati dai diritti umani e in considerazione dell'obiettivo di un internamento, occorre assolutamente istituire strutture specializzate oppure reparti speciali all'interno delle strutture esistenti.
Stando alla presidente della commissione, Regula Mader, l'esecuzione dell'internamento in Svizzera non corrisponde sempre agli standard in materia di diritti umani. Questa situazione, secondo la Mader, è riconducibile in primo luogo al sistema, poiché la maggior parte delle persone in questione è internata nell'esecuzione normale di istituti di esecuzione delle pene chiusi.
La CNPT giudica inoltre necessario agire per garantire un'impostazione individuale dell'esecuzione della pena. La commissione ha anche notato la tendenza a ripetere negli anni le medesime osservazioni nelle perizie sulla pericolosità delle persone internate: è quindi importante un approccio multidisciplinare nella redazione delle prognosi sulla pericolosità e dei piani d'esecuzione.