Manca il personale formato e i tirocinanti finiscono in prima linea, ma la cosa attira diverse critiche. E si cercano soluzioni
ZURIGO - Nel mondo post-Covid (se così si può chiamare) la carenza di personale qualificato è ormai un problema endemico, le aziende faticano a trovare giovani e tirocinanti, negli ospedali mancano infermieri e medici e nelle scuole mancano gli insegnanti (e si assume chi non è del tutto formato).
Non fanno eccezione gli asili nido che, soprattutto Oltregottardo, si trovano in una situazione estremamente difficile. Fra assenze per malattia e dimissioni in tronco, sono molte le strutture che si trovano in difficoltà. Si parla anche di centinaia di posti vacanti in città grandi come Berna, Losanna e Zurigo.
Tirocinanti in prima linea
Nell'emergenza a finire in prima linea sono le/i tirocinanti e gli stagisti che si trovano a svolgere mansioni che non competerebbero loro, a stretto contatto con i bambini.
Questa situazione però non convince le autorità-ombrello confederate, ovvero la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (Cdos) e la Conferenza dei direttori cantonali della pubblica istruzione (Cdpe).
Vista la situazione precaria, questi due organi hanno redatto una serie di linee guida, in un documento di 30 pagine, per provare a delineare un sistema di asili nido che sia il più sostenibile e funzionale possibile.
In primis c'è la questione dei soldi
L'idea è quella che a sostenere economicamente gli asili nido, siano anche da Confederazione, cantoni e comuni. Al momento non è sempre così e, in genere, si tratta di sussidi che Berna eroga solo al momento in cui la struttura viene messa in attività. Di questa cosa si sta discutendo anche in Parlamento con un disegno di legge che è al vaglio.
Un contributo continuato delle autorità dovrebbe permettere di sgravare, almeno in parte, i genitori che al momento si trovano alle prese con spese considerevoli (anche se il Ticino resta fra i cantoni meno cari).
Poi c'è quella del personale
Un sostegno più forte da parte di Confederazione, Cantone e comuni permetterà inoltre di poter impiegare personale ben formato e mantenere uno standard elevato di prestazione e assistenza ai bimbi,
Questo significa anche evitare che personale non formato (ovvero i tirocinanti di primo e secondo anno) si occupino di mansioni non adeguate alla loro preparazione. In questo modo si tutelano i bimbi ma anche la struttura e gli stessi apprendisti che rischiano di trovarsi soverchiati dal lavoro e a concreto rischio burnout.
«La gente si licenziava in continuazione»
Turni di 10 ore senza uno stop e team che cambiavano radicalmente dalla sera alla mattina: «Sono felice di esserne uscita, non si riusciva nemmeno ad andare in vacanza... sembrava di stare in una setta», racconta a 20 Minuten un'ex-dipendente di un asilo nido che chiameremo Alma*, «in una situazione come quella la qualità del servizio che offrivamo era crollata in maniera evidente».
A soffrirne erano soprattutto i bambini: «Due persone da sole non possono occuparsi di 12 bimbi, senza contare che spesso si trattava di tirocinanti che avevano appena iniziato oppure di persone che quei bambini non li conoscevano... Ricordo di quando ne abbiamo portato in ospedale uno per uno shock allergico... la collega non era stata informata che il piccolo soffrisse di allergia...».
«Mi sono presa responsabilità che mi hanno fatto crescere»
La giovane Clara* ha svolto il suo tirocinio in un asilo nido di Soletta, dove i tirocinanti venivano impiegati a tutto tondo. «Per me ha funzionato a meraviglia: Potevo assumermi delle responsabilità che mi hanno fatto crescere, passare del tempo con i bambini e non dovevo solo pulire o cucinare».
In ogni caso per lei la proposta delle due Conferenze è abbastanza sensata perché «i bambini hanno bisogno di tempo per abituarsi a chi li segue e l'assistenza all'infanzia, in generale ha bisogno di personale ben formato con condizioni di lavoro eque. In ogni caso ritengo che sia anche giusto che chi vuole imparare a fare questo lavoro abbia la possibilità di mettere in pratica ciò che ha imparato, magari dal secondo anno di tirocinio... Anche noi possiamo dare una mano».
*nomi reali noti alla redazione