La nuova terapia, che utilizza un sistema di elettroni carichi ad alta energia, permetterà di combattere la malattia.
LOSANNA - «Si tratta di un evento importante per la cura dei pazienti oncologici, un vero salto di qualità». Il Professore Philippe Eckert, direttore generale del CHUV, è raggiante e soddisfatto durante la conferenza stampa di oggi. Il direttore ha annunciato una nuova cura contro il cancro: il primo dispositivo di radioterapia al mondo che utilizza la tecnica Flash, un sistema di elettroni carichi ad alta energia.
Rapida ed economica - Questa nuova terapia, basata su una tecnologia sviluppata dal CERN, consente di raggiungere i tumori molto più in profondità ed è destinata a essere più rapida, economica ed efficace.
«Speriamo di giungere a una cura ancora più efficace», ha detto Rebecca Ruiz, capo del dipartimento della salute del canton Vaud. Ogni anno in Svizzera vengono diagnosticati 45'000 tumori. È la seconda causa di morte negli adulti.
Studi clinici per il 2025 - Direttore del dipartimento di radioterapia oncologica del CHUV, il prof. Jean Bourhis e il suo team discutono dei risultati preclinici svolti sugli animali. Nel 2019, un paziente con cancro della pelle è stato trattato con successo con l'effetto Flash, ma a quel tempo potevano essere trattati solo tumori superficiali o poco profondi.
I primi studi clinici di questo sistema innovativo sono previsti per il 2025, sempre presso il CHUV. Dovrà essere costruito un bunker speciale per ospitare il dispositivo. Questa terapia potrebbe sostituire le attuali irradiazioni entro il 2028, massimo entro il 2030.
Un centro unico in Svizzera - Sono due le fondazioni che finanziano le prime fasi del progetto con 25,8 milioni di franchi. «Il successo della filiale è un catalizzatore dell'attrattiva per Losanna, per il nostro cantone e per la regione del Lago di Ginevra», conferma soddisfatta Rebecca Ruiz.
Di fronte a un possibile monopolio della tecnologia, il CHUV sarà in grado di far fronte all'afflusso di pazienti? «Non è il nostro obiettivo. Questa tecnica verrà diffusa in altri centri ospedalieri», ha risposto la consigliera di Stato. Tuttavia, il costo di un tale dispositivo non è stato ancora reso noto.