A ridurre bruscamente il numero dei centri che rimarranno aperti è la decisione sullo stop alla gratuità dei test da oggi
ZURIGO - Anno nuovo vita nuova. È cosa nota che il Consiglio federale abbia infatti deciso che, da oggi, primo di gennaio, i costi di un test COVID-19 dovranno essere sostenuti dalla persona che vi si sottopone. Le conseguenze immediate? Sono sotto gli occhi di tutti. Sì, perché gli ormai caratteristici tendoni bianchi per Covid test stanno sparendo un po' da tutta la Svizzera.
Esemplificativo è il caso del centro drive-in del Centro dell'Aeronautica Militare di Dübendorf, dove un anno fa venivano testate circa 1200 persone al giorno, con qualcosa come 50/60 dipendenti assunti a tempo pieno, per le operazioni che ormai tutti noi conosciamo: welcome desk, supporto informatico, comunicazione il laboratorio, servizio di corriere fino operatori specializzati che di fatto eseguono il test PCR. Ora sono rimasti solo in due persone a seguire tutte le operazioni. Secondo quanto riporta la NZZ, dalle 8 del mattino, uno dei due addetti ai test - che è studente di medicina - ha prelevato 17 tamponi per la gola, eseguendo 14 test antigenici e 3 campioni salivari PCR. E i numeri spiegano meglio di qualsiasi altra cosa lo sgonfiarsi del numero di utenti.
«C'è ancora una domanda di interventi - spiega il responsabile del centro alla NZZ - Tuttavia, negli ultimi due mesi è stata troppo esigua per coprire i costi». E una ripresa in fatto di pazienti è difficile da prevedere. Come detto infatti, da oggi il governo federale si asterrà dall'assumere i costi dei test come invece fatto in precedenza. E se la domanda era già bassa, come raccontato poco fa, figuriamoci ora che toccherà mettere mano ulteriormente al portafoglio. Facile prevedere quindi un crollo vertiginoso. Dunque il centro dovrà chiudere.
E non sarà l'unico. La stessa fine toccherà infatti al centro di test dell'ospedale cantonale di Winterthur, così come quelli di Uster e Affoltern che chiuderanno i loro rispettivi "check point" Covid. Per tutti la decisione è arrivata come un fulmine a ciel sereno. «Mi aspettavo si continuasse così almeno fino alla fine di marzo - ha raccontato al quotidiano zurighese la responsabile del centro "Test-and-go" nella Sihlamtstrasse di Zurigo - Questo avrebbe permesso una chiusura appropriata dell'attività», e conclude «mi sarebbe piaciuto vedere una migliore pianificazione e comunicazione da parte del governo federale».
D'ora in poi i test saranno ancora possibili negli studi dei medici di base e nelle farmacie. Con costi a carico del paziente, salvo diversa prescrizione medica. Quanto ai dati ufficiali sui centri che andranno a chiudere, al momento non si hanno cifre certe. Raggiunto dalla NZZ, il Dipartimento della Salute del Cantone di Zurigo dice che «non è in grado di fornire cifre esatte sul numero totale di chiusure al momento». Ma un portavoce avrebbe parlato di «alcune» chiusure.
Non resta che aspettare qualche giorno per avere le prime risposte.