Il nuovo fenomeno dell'intelligenza artificiale si chiama "ChatGPT". Cos'è, cosa fa e come cambierà gli istituti scolastici?
BERNA - Conosce le risposte a praticamente tutte le domande, e sa formularle realizzando testi chiari ed esaustivi. È l'intelligenza artificiale di cui si sta parlando tanto recentemente: ChatGPT.
Si tratta di un "chatbot" (un'applicazione che comunica via chat con le persone) sviluppato dalla società Open Ai, con sede a San Francisco, fondata tra gli altri da Sam Altman e Elon Musk. In pochi giorni dopo la sua attivazione gratuita sul web all'inizio di dicembre, il generatore di testi ha già registrato oltre un milione di utenti.
Ma come fa? In poche parole, attinge da un immenso database di testi trovabili online. I suoi algoritmi sono specializzati nella previsione della parola successiva in un testo, ed è capace di trovare in un attimo la soluzione più probabile a ogni problema.
Le Università elvetiche drizzano le antenne
Poiché Chat GPT è in grado di scrivere compiti, relazioni e seminari come fosse uno studente, scuole e università stanno pensando di adattarsi.
Non si tratta di plagio, perché l'intelligenza artificiale crea nuovi testi. Tuttavia, si tratta di «una nuova forma di ghostwriting (colui che scrive dei testi ufficialmente attribuiti a qualcun altro, ndr.)» ha detto alla SonntagsZeitung Markus Gross, portavoce del Politecnico di Zurigo. Per ora, all'ETH mantengono la calma: «Dal nostro punto di vista si tratta di un problema minore», ha aggiunto Gross, poiché l'attenzione qui si concentra su dati ottenuti dagli esperimenti.
La situazione è diversa in altre università, dove si studiano materie come quelle umanistiche. L'Università di Berna, ad esempio, sta attualmente esaminando strategie «per contrastare le valutazioni delle prestazioni generate dall'intelligenza artificiale», ha detto la portavoce Birgit Bucher.
Addio, compiti a casa?
Tutto questo potrebbe portare a una diversa concezione delle valutazioni, spingendo maggiormente la partecipazione attiva e orale. Oppure «possiamo dire agli studenti, ad esempio: ecco un testo sull'argomento del vostro seminario che è stato scritto da un software. Miglioratelo, ricercare la credibilità delle fonti e rendetelo un testo scientifico» ha affermato Gabriele Siegert dell'Università di Zurigo.
Ma non solo atenei: «Sarà impossibile evitare che gli alunni facciano scrivere i compiti a casa da queste macchine», ha chiarito invece Beat Schwendimann, dell'associazione degli insegnanti LCH: «Ci si chiede quindi se i compiti a casa abbiano ancora un senso».
Per il momento, comunque, ChatGPT non fornisce le fonti di ciò che scrive. «Per questo motivo la risposta non può essere attribuita direttamente a una o più fonti», ha detto al domenicale Rico Sennrich, esperto di linguistica computazionale dell'Università di Zurigo. «Ma questo significa anche che la macchina può commettere errori e condividere sciocchezze». Almeno, per ora: l'azienda sta infatti sviluppando ulteriormente il software.
Una sberla di Bing a Google?
Il lavoro di Open Ai sta avendo una tale eco che - secondo la piattaforma di notizie Semafor - Microsoft intende investire 10 miliardi di dollari nell'azienda. A soli sette anni dalla sua fondazione, potrebbe quindi diventare una delle start-up più quotate degli Stati Uniti.
A oggi - come si legge nello statuto della società - Open-AI si impegna a sviluppare un'intelligenza artificiale sicura e a metterla a disposizione del grande pubblico, evitando concentrazioni di potere. Stando alla Nzz am Sonntag, per quanto l'azienda si presenti altruista è comunque da tempo orientata al profitto, anche perché è necessario coprire il fabbisogno di capitale dovuto ai server e agli stipendi degli specialisti IT.
D'altra parte, Chat-GPT potrebbe fornire a Microsoft un vantaggio competitivo decisivo nella lotta contro il motore di ricerca di Google: Bing potrebbe presto fornire risultati di ricerca più intelligenti e veloci dell'attuale leader di mercato, che dovrà quindi rispondere.