La direttrice dell'associazione ospedali H+ lancia l'allarme: «Questo finanziamento non può durare per altri vent'anni».
Negli ultimi diciotto anni la Svizzera ha perso 81 ospedali.
BERNA - Il sistema sanitario svizzero è arrivato ai suoi limiti e a lungo termine, nella forma attuale, è condannato. A lanciare l'allarme è Anne-Geneviève Bütikofer, direttrice dell'associazione degli ospedali H+, in un'intervista concessa all'edizione in edicola oggi di Le Temps.
«La domanda che bisogna porsi è: il finanziamento attuale può perdurare ancora venti o trent'anni? La risposta è no», afferma Bütikofer al quotidiano romando. La politica deve smetterla di parlare unicamente di costi, sottolinea la numero uno dell'organizzazione di categoria.
Bütikofer invita tutte le parti in gioco a sedersi attorno a un tavolo per trovare soluzioni alternative. Fra i vari problemi che si osservano, la direttrice di H+ cita reparti di pronto soccorso sovraffollati, posti letto indisponibili per la carenza di personale qualificato (molti giovani medici infatti decidono di mollare la carriera a causa dello stress e della burocrazia) e un numero insufficiente di medici nelle cliniche psichiatriche.
Le cose non vanno meglio a livello economico. «Gli ospedali devono fare i conti con un sotto-finanziamento del 10% nel settore stazionario e del 30% in quello ambulatoriale», lamenta Bütikofer.
La Svizzera contava nel 2019 81 ospedali e cliniche in meno rispetto al 2001, «ovvero un calo del 23%», fa poi notare la dirigente. «Il progresso porta a degenze più brevi e rende superflue alcune delle strutture esistenti, ma la tecnologia richiede investimenti più elevati», dichiara Bütikofer, che invita inoltre a sostituire rapidamente l'ormai "superato" Tarmed con il nuovo modello tariffario per le prestazioni mediche ambulatoriali Tardoc.