Greta Gysin dell'associazione Puntozero sull'approvazione odierna del Consiglio degli Stati: «Un grandissimo passo avanti»
BERNA - Potrebbe essere presto punibile per stupro non solo chi aggredisce sessualmente qualcuno costringendolo, ma anche chi abusa dello stato di shock di una persona (che è un'altra forma non verbale di dire “no”) per spingerla ad avere rapporti sessuali.
Il Consiglio degli Stati ha infatti oggi votato a favore di una revisione degli articoli del Codice Penale relativi alla violenza sessuale, accogliendo la richiesta di numerose organizzazioni e associazioni, tra cui ad esempio Puntozero (contro le violenze fondate sul genere) e Amnesty International Svizzera.
«Seppur non sia la soluzione che desideravamo noi (la proposta "soltanto sì significa sì", ndr.), siamo soddisfatti e sosteniamo questa revisione», ha detto a Tio/20 Minuti Greta Gysin, coordinatrice dell'Associazione PuntoZero, anche perché «le nostre richieste principali sono contemplate nel testo approvato oggi, ed è una buona soluzione per avere finalmente un codice penale che in materia sessuale sia al passo dei tempi».
Le novità presenti nella proposta
Con questa formulazione viene quindi tolta la coercizione come elemento principale nel caso di stupro. «È sicuramente un grandissimo passo avanti rispetto alla situazione attuale, in cui si prevede ancora che in uno stupro - per far sì che sia riconosciuto come tale - deve esserci coercizione. È insomma la vittima che deve dimostrare di essersi difesa, e molto spesso non è in grado di farlo».
Un'altra novità presente nel testo riguarda la definizione di stupro, una formulazione più neutra rispetto al genere. «È importante perché oggi uno stupro viene definito nella legge come una penetrazione vaginale, quindi tutti gli altri possibili stupri non sono contemplati. Ad esempio non si tiene conto (seppur le statistiche parlino di una stragrande maggioranza di vittime donne) che anche degli uomini potrebbero essere vittime. Questa distorsione della legge va corretta» ha affermato Gysin.
Infine, secondo il disegno di legge, gli autori di violenza sessuale devono poter seguire programmi di apprendimento e consulenza (oltre alla condanna). «Lo scopo di una legge dev'essere sì quello di punire per degli atti criminali, ma dev'esserci anche una componente mirata a far capire all'autore la gravità del proprio agire, in modo che non si ripeta in futuro».
«Non va perso altro tempo»
«Si apre la strada per una nuova legge che può finalmente portare più giustizia alle vittime di violenza sessuale» ha commentato invece a riguardo Amnesty International Svizzera. «Una persona che approfitta dello stato di shock di una vittima per avere rapporti sessuali deve poter essere condannata per stupro. È fondamentale che la legge venga attuata in modo da coprire tutti i casi in cui la vittima non può esprimere chiaramente il proprio rifiuto, che sia per paura, sorpresa o perché è sopraffatta» ha dichiarato Cyrielle Huguenot, responsabile per il tema Diritti delle donne di Amnesty Svizzera, che ha invitato il Consiglio nazionale - a cui arriverà l'incarto - a non perdere altro tempo e adottare la legge. «Da troppo tempo le vittime di violenza sessuale in Svizzera aspettano di ottenere giustizia».
Il Nazionale seguirà gli Stati? La consigliera nazionale Greta Gysin è ottimista: «Sono fiduciosa, anche perché il Parlamento aveva già accolto il principio del sì e sì». Ma l'associazione puntozero si impegnerà per ottenere di più o questo compromesso va bene? «Come ogni legge può essere sempre migliorata se si vede che non risponde agli scopi per cui è stata fatta. In questo caso quello che succederà in futuro bisogna vederlo, però per intanto è importante portare a casa questa revisione che è un passo veramente enorme rispetto alla situazione attuale».