L’uomo aveva più volte cambiato attività professionale e vari ex soci d'affari lo descrivono come un mitomane.
YVERDON-LES-BAINS - Da poliziotto a pluriomicida. È una storia di vita complessa e ingarbugliata quella del padre di famiglia che, secondo quanto emerso dalle indagini delle forze dell’ordine, lo scorso 9 marzo ha sterminato la sua compagna e le tre figlie, per poi togliersi la vita, nella loro casa di Yverdon.
Il 45enne aveva infatti alle spalle un passato da agente nella Polizia cantonale vodese, riferisce oggi 24heures, nella quale ha prestato servizio per quattro anni. Era dunque stato addestrato all’utilizzo delle armi da fuoco e ne aveva a casa diversi esemplari.
Nel 2005 l’uomo ha però rassegnato le dimissioni: «Aveva lasciato la polizia perché era stanco di vedere sangue, armi, crimini e omicidi. Non poteva più sopportare questo stress», riferisce un ex socio d'affari.
La politica - Il sospetto omicida è inoltre stato politicamente attivo per svariati anni: originario di Châtel-Saint-Denis, il friburghese è stato consigliere comunale per due legislature a La-Tour-de-Peilz (VD). Dopo l'esperienza in polizia, ha lavorato per un periodo nell’azienda pubblicitaria di suo padre prima di buttarsi nel commercio di opere d’arte.
Tutto fumo e niente arrosto - «Quel ragazzo pensava di essere un grande uomo d’affari», rivela un conoscente, secondo il quale il presunto omicida vantava di avere in vendita opere di Chagall e Monet del valore di svariati milioni. «Diceva di essere attivo nel mercato delle materie prime e nel commercio di opere d’arte, ma non c’era niente di concreto».
«Falsificava licenze e atti di proprietà» - E c’è anche chi, intrattenendo relazioni professionali con lui, è rimasto scottato. «Mi ha dato solo problemi», racconta al quotidiano vodese il proprietario di un’agenzia di comunicazione, «ho perso un po' di soldi a causa sua, ma soprattutto la mia credibilità». E il profilo descritto è sempre quello del mitomane: «Diceva a tutti di avere miniere d’oro e di diamanti e falsificava licenze e atti di proprietà. Raccontava di aver viaggiato ovunque, ma sul suo passaporto non c’era neanche un timbro».
La polizia - Secondo l’ex socio in affari il 45enne non ha mai fatto segreto del suo passato da poliziotto, anzi. «Diceva spesso di essere protetto dalla polizia, che non aveva paura di nulla e che, se mi fosse successo qualcosa, avrebbe fatto ciò che era necessario».
«Lui voleva partire, lei no» - «Voleva che la famiglia andasse a vivere all’estero con lui», racconta infine un’amica della defunta madre di famiglia, secondo la quale l'uomo passava molto tempo alle Mauritius e in Zimbabwe. «Parlava di stabilirsi ad Abu Dhabi, alle Mauritius o in Sudafrica, ma lei aveva paura per le loro figlie».