Un ragazzo è stato privato del dispositivo per una settimana. Il mondo politico è d'accordo: misura sproporzionata, servono regole chiare
FRIBURGO - Il regolamento scolastico del Canton Friburgo è piuttosto severo riguardo l'uso del cellulare a scuola. I dispositivi elettronici sono vietati a meno che non sia il docente ad autorizzarne esplicitamente l'uso. In caso di violazione, la scuola può "confiscare immediatamente questi oggetti". E così è stato per un 17enne, studente in un istituto a Marly (FR).
Pizzicato ad ascoltare musica nello spogliatoio, dopo l'ora di ginnastica, si è visto sottrarre il telefonino e l'ha potuto riavere non prima di una settimana. Non l'ha potuto usare, quindi, nemmeno la sera e nel weekend.
L'accaduto ha indispettito il padre del ragazzo. «Ho chiesto una cosiddetta ordinanza dichiarativa al Dipartimento dell'Educazione. Devono spiegarmi se confiscare il cellulare per una settimana sia legale».
«I cellulari non devono esserci tra i banchi di scuola» - Per il Consigliere nazionale socialista Matthias Aebischer, a sua volta docente, non ci sono dubbi al riguardo: «Tra i banchi di scuola non devono esserci cellulari». Per i suoi figli, spiega, è normale lasciare il dispositivo nello zaino al mattino o consegnarlo e riprenderlo solo dopo il termine delle lezioni. Tuttavia ritiene pure eccessivo il sequestro per un'intera settimana: «Escluderebbe i ragazzi dal mondo esterno. Tali decisioni devono essere discusse con i genitori», afferma il bernese.
«Chi non rispetta le regole deve sopportarne le conseguenze» - Non si discosta di molto la visione della collega Diana Gutjahr (UDC). La consigliera nazionale, che si occupa della formazione degli apprendisti, ha stabilito delle regole. «Anche da noi è vietato l'uso del telefonino da parte degli apprendisti, tuttavia i controlli non sono così rigorosi».
Ma in caso di recidiva, i ragazzi devono consegnare il dispositivo. «Ci devono essere delle regole, e se non le si rispetta, se ne pagano le conseguenze». In questi casi, però, il "sequestro" dura al massimo una giornata. «Credo che un'intera settimana sia piuttosto eccessivo», aggiunge.
Dello stesso parere è anche Thomas Merz, educatore ed esperto di media presso un istituto di formazione dei docenti turgoviese: «Per un diciassettenne, una settimana di astinenza dallo smartphone è un taglio drastico». Per Merz è giusto e importante che le scuole affrontino la questione del consumo di media digitali. «Ma la semplice imposizione di un divieto generale di utilizzo degli smartphone a scuola non è sufficiente. Nel migliore dei casi si tratta di una soluzione a breve termine».
Per Merz, gli orari o le zone libere dai cellulari possono avere un senso: «La scuola è un luogo di contatti sociali, di scambio e di incontro. Se tutti sono incollati ai loro smartphone mentre vanno a scuola, in cortile o anche in classe, questo scambio può essere difficile».
Nel caso specifico, l'esperto immagina che anche il tribunale giudicherà la misura non proporzionata. «Non è compito della scuola limitare l'uso degli smartphone durante le ore non scolastiche».